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La Regione Calabria e Veolia, la multinazionale dell’Ambiente, hanno concordato nei giorni scorsi l’iter di completamento del raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro. Una decisione che ci lascia perplessi perché si continua a non voler tener conto dell’alto grado di concentrazione di siti ad alto impatto ambientale già presenti nell’area della piana (centrali a turbo-gas a Rizziconi, megadepuratore a Gioia Tauro) anche e soprattutto alla luce dei dati allarmanti certificati dalle centraline di rilevamento di Laureana di Borrello e Polistena che rivelano il superamento dei limiti previsti dalla legge delle sostanze inquinanti emesse in atmosfera.
Anche se cambiano i suonatori, purtroppo la musica non cambia e come di consueto si ripetono scenari già visti: promesse di ingenti investimenti e di nuovi posti di lavoro (300 unità) per distogliere l’attenzione dai reali problemi che scaturiranno dal raddoppio dell’inceneritore. La realtà è che i nuovi posti di lavoro, se teniamo conto della forza lavoro attualmente impegnata nel sito esistente, saranno soltanto poche decine e che si metterà a repentaglio la salute dei cittadini già ampiamente compromessa.
La gente della Piana ha bisogno di certezze e di tutele e non può essere sacrificata. È fin troppo semplice promettere posti di lavoro in un territorio così disastrato anche dal punto di vista occupazionale; ed è fin troppo semplice approfittare del bisogno e delle necessità primarie della gente “costringendola” ad accettare soluzioni rigettate con forza e decisione in tutta la penisola. Il problema vero è che su Gioia Tauro, nonostante i proclami bipartisan degli ultimi decenni, non c’è alcun progetto reale e le indicazioni della popolazione, dei sindaci e di alcuni amministratori illuminati, che in questi anni si sono opposti al raddoppio, sono cadute puntualmente nel vuoto. Una politica che non ci piace.
Il Segretario Regionale SUL – Calabria
Ing. Carmelo Cozza
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