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L’Associazione di Volontariato “Auser” Territoriale di Gioia Tauro, in collaborazione con la Cgil del Comprensorio della Piana Gioia Tauro e il Liceo Scientifico “R.Piria” di Rosarno, ha organizzato un convegno dal titolo “D’ALLASSISTENZIALISMO AL CAPORALATO: Il sistema agricolo nella Piana tra legalità e illegalità”.
Introtuce e modera Mimma Sprizzi, Presidente Auser Comprensorio di Gioia Tauro, preceduta dai Saluti della Preside del Liceo “R.Piria”, Maria Rosaria Russo e del Segretario Generale Cgil Comprensorio di Gioia Tauro Antonino Calogero.
Relazioneranno sull’argomento: Alessandro Leogrande, giornalista e autore-inchiesta del libro “Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud” (Ed.Mondadori); Ercole Giap Parini, Sociologo e Docente dell’Unical; Jean Renè Bilongo, Responsabile immigrazione Flai-Cgil Nazionale.
«Decine di migliaia di persone ogni anno si riversano e spariscono nei campi del Tavoliere delle Puglie per raccogliere pomodori – ha dichiarato Leogrande – Non è raro che vengano ritrovati i corpi dei braccianti morti e abbandonati sul ciglio delle strade per simulare un incidente. Nei campi coltivati circola di tutto, anche anfetamine che disciolte nell’acqua permettono agli schiavi moderni di superare stanchezza e caldo».
E poi casali diroccati, materassi buttati sul pavimento, intrisi di terra e sporcizia, quasi totale assenza di servizi igienico sanitari. È questa la realtà di quanti, attratti da una paga che per gli standard della povertà sembra un miraggio – 6 euro a cassa di pomodori, insieme a vitto e alloggio – raggiungono i campi pugliesi. All’arrivo però, li aspettano bastonate, insulti e fatica. La paga si rivela poca cosa e a decidere come e quando si viene pagati sono i caporali.
La Puglia come la Calabria, una regione al margine con una economia al margine. Tra vecchio e nuovo caporalato e anni eterni di assistenzialismo, le campagne calabresi, quelle della Piana di Gioia Tauro – la cui economia, un tempo, era basata sull’agricoltura – sono divenute sterili mezzi per assimilare contributi, operando nella più piena illegalità. Lavoro nero, manodopera schiavizzata, oggi, hanno i volti di immigrati che arrivano in Calabria con la speranza di una vita migliore.
Un sistema disumanizzato, che ha disumanizzato tutta la Piana di Gioia Tauro. Uno stato di emergenza, sul quale bisogna soffermarsi a riflettere per poi trovare soluzioni plausibili, per uscire da questa impasse che sta soffocando la nostra economia e umiliando la nostra terra.
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