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“Cambiare tutto per non cambiare nulla”. Questo pare essere il motto del Commissario ASP 5 nella “riorganizzazione” della Sanità nella Piana di Gioia Tauro, con il bene placet del Commissario ad acta della sanità regionale.
Un “si” condizionato al potenziamento del presidio ospedaliero di Polistena e al depotenziamento della struttura ospedaliera di Gioia Tauro, che addirittura subirà la chiusura di reparti chiave, indispensabili per la sopravvivenza dello stesso importante nosocomio, che stando così le cose sarà destinato a chiudere nel giro di breve tempo.
Nel piano di “riorganizzazione” sanitaria è previsto quindi che il nosocomio di Polistena ospiterà 13 strutture complesse e quello di Gioia Tauro soltanto 4 a cui mancherà le strutture complesse chiave per la sopravvivenza di un Ospedale d’emergenza urgenza com’é il Giovanni XXIII.
“Accontentare tutti per non accontentare nessuno ” o meglio solo qualche politico che del campanile e dell’Ospedale sotto casa ne fa una ragion d’essere, purtroppo come fece Loiero sbagliando e perdendo i consensi nella Piana sulla stessa scia continua il nuovo Governatore della Calabria e per i cittadini cosi facendo non cambierà assolutamente nulla. Il sistema sanitario pensato e messo a punto dal Commissario ASP 5, dott.ssa Squillacioti, rappresenta con qualche “mecke up” estetico, ciò che sino ad oggi si è dimostrato fallimentare con le numerose e mal funzionanti strutture ospedaliere di sempre sparse su tutto il territorio pianigiano.
Nonostante gli enormi esborsi di danaro pubblico per alimentare un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti e le pesanti tasse che pagano i cittadini per il S.S.N., quando si ha bisogno di un intervento chirurgico un po’ più delicato si continua a peregrinare verso il Nord Italia alla ricerca di strutture ospedaliere più efficienti. Di fronte ad una realtà così drammatica e con una storia ingloriosa del servizio sanitario calabrese ancora oggi si continuano a sperperare denari pubblici per mantenere strutture ospedaliere fatiscenti e non a norma sotto tanti profili, non per ultimo la sicurezza statica degli stessi nosocomi che non reggerebbero ad un terremoto sciogliendosi come neve al sole come oggi si sta facendo con l’Ospedale Giovanni XXIII di Gioia Tauro con la chiusura dei reparti chiave.
L’unica lotta di campanile, emersa univocamente in questi giorni tutta incentrata contro la realizzazione di un Policlinico unico della Piana, come invece sostenuto dal Sindaco Renato Bellofiore, dal Comitato pro Ospedale Unico della Piana, e dall’intero consiglio comunale di Gioia Tauro, oltre che da 22 Sindaci su 26 presenti all’unica votazione ufficiale del 3 ott. 2007, manifesta inopportunamente ed anacronisticamente una tutela del proprio Ospedale sotto casa, del proprio orticello, e non fa altro che distogliere l’attenzione del vero problema che non è l’essere pro o contro Polistena o pro o contro Palmi (che oltretutto nascerebbe già come struttura monca mancando anch’essa di reparti chiave), il vero problema è la sanità della Piana che non funziona e non funzionerà senza un progetto, senza un programma, senza un obiettivo che non sia il bene comune. E il malato? Se ha i soldi continuerà ad emigrare verso il Nord, se no sarà meglio che si rivolga a un buon Santo in Paradiso.
E allora chiediamo a tutti i cittadini gioiesi di scendere in piazza il 16 dicembre per aderire allo sciopero voluto dall’intera amministrazione comunale per la tutela della Sanità nella Piana e, nell’attesa dell’Ospedale Unico, per il potenziamento dell’Ospedale di Gioia Tauro.
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