Questo post é stato letto 28850 volte!
Nell’ambito dell’Open Day del dArTe 2016 e con il patrocinio di Università Aperta, martedì 18 ottobre 2016, alle ore 20:30, presso l’Aula Magna di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria , si terrà il Concerto di GIANNI NOCENZI (ex pianista del Banco del Mutuo Soccorso), “Dell’inizio. Miniature sull’Invenzione Musicale”, accompagnato da Dialogo sulla Musica con Gianfranco Neri.
L’iniziativa è rivolta a tutta la comunità accademica, in particolare agli studenti del primo anno, alle scuole e a chi ama la musica.
Ingresso libero
Gianni Nocenzi – una biografia
Tutto cominciò qualche tempo fa nei dintorni di Roma, quando un giovanissimo Gianni con il fratello maggiore Vittorio inventano il “Banco del Mutuo Soccorso” a Marino nei Castelli Romani.
Presero presto la strada per Milano dove si presentarono alla Ricordi (allora si era nei primi anni 70 e la storica casa discografica era un punto di riferimento per la musica italiana).
Fin dal primo ascolto dei provini del loro primo disco fu evidente che si trattava di uno stile e una qualità musicale mai sentita prima da un gruppo rock. Nasceva così il “Salvadanaio” e anche il progressive rock italiano.
Il successo fu immediato e ben presto il BMS attirò l’attenzione di case discografiche internazionali che vedevano nella loro originalissima formula di fusione di melodie operistiche, classica e rock le aperture per un successo oltre confine.
Venne loro offerto un contratto con la nascente Manticore records, fondata da Emerson, Lake and Palmer che ribattezzò la band in un sintetico “Banco”.
Seguirono mesi di tournées internazionali marcate dal grande interesse che suscitava la loro musica e la grande abilità interpretativa.
Queste frenetiche attività non impedirono mai a Gianni di proseguire i suoi studi di piano e composizione presso il conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Egli continuò inoltre la sua costante ricerca verso la contaminazione dello stilema rock con la classicità del piano acustico, riuscendo a creare un suo stile personale segnalato da riviste italiane e straniere (Melody Maker, Billboard, Rock & Folk).
Il gruppo continuò con successo la sua carriera consolidando di disco in disco la sua firma nel mondo musicale.
Malgrado ciò nel 1985, dopo tredici albums e centinaia di concerti, Gianni decide di lasciare il Banco: “Sentivo di aver completato un ciclo estremamente intenso e coinvolgente. Volevo concentrarmi su me stesso e soprattutto dedicarmi maggiormente allo studio e alla ricerca”.
Con grande coerenza con i suoi propositi, negli anni seguenti sviluppa l’interesse verso le nuove tecnologie per fare musica che lo porta a collaborare con la giapponese Akai Professional, leader nel settore delle nuove tecnologie digitali. Nei primi anni ’90 Nocenzi diventa master designer dell’avanzatissima serie di pianoforti digitali PG Akai che diventa presto un successo mondiale.
Queste esperienze stimolano in Gianni la volontà e il bisogno di far conoscere al pubblico la sintesi del suo lavoro. Nel 1988 firma un contratto come artista solista con Virgin records. Pubblica nello stesso anno il suo primo disco “Empusa”, un nuovo multiforme progetto composito ispirato dalle sue profonde ricerche musicali.
Il disco viene acclamato dalla critica e la rivista Sound on Sound lo definisce: “La migliore registrazione stereofonica da The Dark Side of the Moon dei PinkFloyd”.
Nell’anno seguente Gianni viene premiato alla 45a Mostra del Cinema di Venezia con l’Osella d’Argento, premio per la miglior colonna sonora originale, per il film ”Un senor muy viejo con unas alas enormes” tratto da una novella di Gabriel Garcia Marquez e diretto dall’argentino Fernando Birri.
Segue nel 1993 la pubblicazione del suo secondo album per Virgin records: “Soft Songs”, un lavoro molto diverso da “Empusa”, scritto e pensato per un mercato internazionale, con composizioni attraverso le quali Gianni rinnova la forma-canzone: “La mia idea iniziale era di far rivivere attraverso la memoria piccole e delicate “soft”emozioni”.
Tra gli ospiti-protagonisti troviamo artisti di diversi stili e origini come il prestigioso autore e compositore giapponese Ryūichi Sakamoto e il sassofonista Norihito Sumitomo.
Con Sakamoto (tastiere, percussioni, programming) Gianni interpreta la lunga suite che chiude l’album. Sumitomo partecipa in vari momenti contribuendo con il suo strumento elettronico EWI a creare particolari atmosfere. Con “Soft Songs” Gianni riesce a creare uno stile che attraversa varie culture e generi musicali unendo simultaneamente linguaggi acustici ed elettronici. Per la parte cantata si avvale di vocalità uniche come quelle di Sarah Jane Morris, Sonny Southon, Andrea Parodi e Tazenda.
Nella seconda parte degli anni ’90 è invitato ad animare diversi seminari universitari principalmente sul tema ”Il pianoforte e le nuove tecnologie”.
Negli anni egli ha sempre mantenuto il suo rapporto di amicizia e collaborazione con il regista Fernando Birri componendo tra l’altro le musiche per un lungometraggio su Che Guevara commissionato dalla televisione tedesca MDR. Il film viene presentato nel 1997 al Festival Internazionale di Lipsia in occasione del trentesimo anniversario della morte di Guevara e premiato con il “Golden Dove award”.
Alla fine del 2015 Gianni Nocenzi viene chiamato da Luigi Mantovani, amico di lunga data, produttore di vari dischi del Banco negli anni ’80 e poi direttore di Virgin Italy negli anni ’90. Gli propone un nuovo progetto discografico: comporre nuovi temi per pianoforte che avrebbe dovuto interpretare e registrare “live” con uno Steinway Grand Piano.
Questa proposta coglie Gianni di sorpresa dato che, dopo due decenni di silenzio discografico, non aveva in mente alcun progetto di questo tipo. In ogni modo promise di pensarci e dopo un breve periodo di assuefazione all’idea del suo ritorno in studio di registrazione, decide di accettare la proposta-sfida.
Tutto poi si è svolto in maniera rapida e naturale: Gianni ha registrato sei nuovi brani in due brucianti sessions del febbraio 2016 al Forward Studio (Roma). Il risultato è il disco “Miniature” realizzato con nuove tecniche che offrono inedite prospettive di ascolto forzando i limiti di questo magnifico bastimento di legno, ghisa e acciaio con tasti bianchi e neri chiamato pianoforte.
Malgrado la sua vasta esperienza e conoscenza del suono digitale l’artista considera il piano acustico come “Il mio strumento, quello con cui ho una relazione profonda che va ben oltre la ragione e la tecnica”.
Questo post é stato letto 28850 volte!