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Avremmo dovuto parlare della televisione italiana, della sua evoluzione e dei suoi cambiamenti ma si è fatto tutt’altro con Gianni Ippoliti, noto volto della televisione italiana, autore e conduttore, ospite ieri sera di Tabularasa al Circolo del Tennis “Polimeni”.
L’Aeroporto dello Stretto potrebbe temporaneamente chiudere
Lui si definisce “un personaggio di rottura, ho delle idee, vedo qualcosa, lo decodifico alla mia maniera, lo restituisco in video, ricomposto e riveduto”. E così ha fatto sia nel video che ha aperto la XV serata del Contest “Tabularasa – Lo scandalo”, tratto dal programma “Bocche cucite” sulla sicurezza stradale e l’obbligo del casco sia quando ha “travolto” e “stravolto” con quesiti l’attento ed entusiasta pubblico.
“Ho fatto questo video – spiega il conduttore – perché volevo far capire che non solo i ciclomotori devono avere l’obbligo del casco ma lo si deve portare anche in casa visto che la maggior parte degli incidenti è tra le mura domestiche. Se si vuole risparmiare sulla spesa sanitaria ci deve essere l’obbligo del casco, si deve mettere dove ci sono maggiori incidenti quindi in casa perché i peggiori infortuni si verificano in bagno e in cucina.
Ma c’è qualcuno che mi sa dire perché si fabbricano, si vendono, si pubblicizzano e si distribuiscono i ciclomotori che vanno a 70, 80 all’ora quando invece i ciclomotori non devono superare i 40? Piantiamola con la mafia, se non risolviamo queste cose piccole possiamo mai risolvere quelle grandi?”.
Gianni non le manda a dire, ne ha davvero per tutti e tutto: si arrabbia quando parla di quella “scatoletta”, “la tv oggi è un giro di soldi ma quando è nata era un giro di idee. E’ piena di spot pubblicitari ma la pubblicità deve essere chiara e comprensibile. E spesso non è lo. Qualcuno mi sa spiegare perché tutte le volte che c’è una pubblicità si alza improvvisamente il volume? Il volume alto della pubblicità per me è uno scandalo”. Inizia così un gioco a premi con il pubblico: chi indovina le due risposte sul perché si creano ciclomotori che vanno ad una velocità non consentita e perché gli spot pubblicitari vengono mandati ad alto volume, vince dei soldi.
Ippoliti parla con il suo pubblico, lo interroga, lo fa cantare e lo scopo è farlo riflettere sul valore dei soldi e della televisione. Per più di un’ora, il noto conduttore romano si intrattiene con la signora Tita Morabito, una simpatica spettatrice con la quale si crea una divertente parodia.
Il tempo scorre ma c’è ancora un po’ di tempo per dire qualcosa a Reggio Calabria: “Almeno le cose fattibili cerchiamo di cambiarle – dice Ippoliti – Appena sono uscito dall’aeroporto ho trovato una cosa da fare domattina (oggi ndr): voglio pulire il parcheggio circostante all’aeroporto, se qualcuno verso le 10 vuole darmi una mano puliremo quella zona. Servono guanti e buste della spazzatura e un po’ di sapone caso mai non ci fosse nel bagno dell’aeroporto. Non è una polemica per la città, è una mia fissazione perché mi piace rapportarmi con il territorio, viverla come cittadino. La terza domenica di settembre, c’è la giornata mondiale “Puliamo il mondo”, io avevo proposto di chiamarla “Puniamo il mondo”.
Se ne vedono tante cose che non vanno per questo io vorrei proporre di scrivere sulla carta d’identità alla voce Stato Civile non più nubile o coniugato ma “pulito” o “incivile zozzone”.
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