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In un suo notissimo saggio “I segreti delle Cattedrali”, Fulcanelli, pseudonimo di un autore di testi alchemici, definisce le cattedrali gotiche “Libri di pietra” perché le loro caratteristiche “non servirebbero solo a creare un’atmosfera mistica per infondere nei fedeli il desiderio di elevarsi a Dio, ma descriverebbero il percorso iniziatico della Grande Opera”.
Opere architettoniche, dunque, come veri e propri “testi” recanti messaggi collocati certamente non a caso e tutti da decodificare. Così come non a caso a Gerace, nella sala conferenze “L. De Marchi” del Museo Civico “S.Gemelli”, si è tenuto un convegno sul tema “L’epoca dei libri di pietra” con particolare riguardo al “rapporto esistente tra architettura e simbolismo”.
Un’iniziativa del Comune, Assessorato alla Cultura di cui è titolare Luca Marturano, in collaborazione con “Co.Re.”, Scuola di Alta Formazione in Conservazione e Restauro. Gerace, infatti, è una delle città d’arte che custodisce un ricco quanto prezioso patrimonio artistico-architettonico: molte testimonianze, secondo gli studiosi, costituiscono quei “Libri di pietra” recanti simboli e forme tutti da “leggere”, tutti da “interpretare”.
Dopo l’indirizzo di saluto del sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, sull’argomento hanno relazionato esperti e studiosi dell’affascinante materia. Il giovane architetto geracese Andrea Gratteri, specializzando a Roma presso la Scuola di Restauro dei Beni Architettonici e del Paesaggio, il quale ha relazionato su “Gerace, armonia divina: l’architettura come contatto tra cielo e terra”; il Prof. Armando Rossi, anche lui architetto, direttore della Scuola “Co.Re.”, consulente del Ministero della Cultura del Paraguay, che ha trattato il tema “Architettura e simbologia: conservazione dell’idea e restauro della materia”, e lo scultore e pittore Saro Lucifaro, già docente e dirigente scolastico, che ha parlato di “Arte ed Esoterismo” utilizzando- come esempio pratico- una suo dipinto di cui ha spiegato i dettagli della simbologia in esso contenuta.
Gli architetti Gratteri e Rossi, servendosi della proiezione di interessanti diapositive, hanno illustrato all’uditorio presente, gli avvincenti risultati emersi dalle loro ricerche su edifici sacri non solo geracesi (Chiesa di San Francesco d’Assisi, di Santa Maria del Mastro, Cappella della Madonna dell’Itria posta nella Cripta della Cattedrale, etc..) ma anche di altre regioni italiane e, nel caso di Rossi, pure straniere. Simboli, simbologie, simbolismi coniugati all’architettura; un patrimonio di cui la Città di Gerace è ricchissima e che va certamente riscoperto, “letto” e valorizzato per far capire che tanti particolari, fino ad oggi apparentemente insignificanti, hanno invece trovato una loro collocazione secondo un preciso “linguaggio” che dev’essere opportunamente decodificato e compreso.
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