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Nell’agosto del 1847, in due diverse occasioni – la prima l’11 e il 12, la seconda dal 21 al 23 – lo scrittore, pittore e illustratore Edward Lear soggiornò a Gerace, ospite di Pasquale Scaglione, nel corso di un più ampio viaggio che lo portò alla scoperta degli angoli più suggestivi del comprensorio reggino.
«Ogni roccia, santuario o palazzo sembra colorato e fatto apposta per gli artisti e l’unione delle linee realizzate dalla natura e dall’arte è semplicemente deliziosa»: ecco come apparve la città dello sparviero agli occhi del celebre intellettuale d’Oltremanica, che nel suo “Diario di un viaggio a piedi” ebbe modo di aggiungere che «Gerace è di gran lunga il più grandioso e superbo luogo come posizione in generale e come città che noi abbiamo finora visto in Calabria».
Nella mattinata di ieri, a quasi 166 anni di distanza da quel viaggio, si è tenuta a Gerace – e precisamente nel largo antistante la vecchia dimora Scaglione – la cerimonia “In ricordo di Edward Lear”, a cura dell’Anglo-Italian Club di Reggio Calabria con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Gerace.
L’iniziativa ha visto riportare alla luce una lapide marmorea che dal 1975 circa si trovava all’interno dell’allora casa di Pasquale Scaglione: la stele, opportunamente restaurata a cura dell’Anglo-Italian Club in collaborazione con il Comune di Gerace, è stata apposta all’esterno del palazzo che ospitò Edward Lear nel 1847, insieme ad una seconda targa in ricordo della tappa geracese del viaggio compiuto dall’intellettuale inglese oltre un secolo e mezzo fa.
Ad aprire la manifestazione, il saluto del Presidente dell’Anglo-Italian Club di Reggio Calabria, Luisa Catanoso Casciano, che si è detta molto felice e riconoscente per l’omaggio reso dalla città al grande Lear, raccomando alla popolazione geracese di avere cura delle testimonianze riportate ieri alla luce.
Il Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, ha invece voluto ringraziare gli attuali proprietari dell’immobile che ospitò Lear durante il proprio soggiorno geracese – i signori Calvi, Cavallo, Minniti e Tallarida – per aver consentito di rimuovere la lapide marmorea originariamente posta all’interno dell’edificio e, previo restauro, di riallocarla accanto al cancello d’ingresso alla struttura.
Il primo cittadino geracese ha inoltre sottolineato come le parole di grande ammirazione spese da Lear per Gerace debbano «farci riflettere sull’onere e l’onore che abbiamo ereditato in qualità di cittadini in merito alla salvaguardia e alla cura delle bellezze che rendono unica la nostra città».
Il professor Ferdinando Scaglione, primo promotore dell’iniziativa, dopo aver ringraziato il Comune di Gerace per aver subito sposato e sostenuto l’idea, ha tracciato un dettagliato profilo di Edward Lear, il quale, nato Londra il 12 maggio 1812, fu un prolifico scrittore – 146 pubblicazioni, tra cui il celebre “The Book of Nonsense” –, grande umorista («Vedo la vita tragica e futile dove la sola cosa che può interessare è fare dell’umorismo»), apprezzato pittore in grado di dare lezioni di pittura persino alla Regina Vittoria, viaggiatore instancabile e collaboratore in qualità di illustratore del celebre ornitologo John Gould.
L’ingegner Giuseppe Macrì, autore de “Il tempo, il viaggio e lo spirito negli inediti di Edward Lear in Calabria” (Laruffa), ha invece spiegato come il proprio libro tragga origine e spunto dal rinvenimento di 21 disegni inediti del viaggio di Lear in Calabria, conservati presso la biblioteca della prestigiosa università di Harward. Redatte “on the road”, tali illustrazioni riprendono la quotidianità popolana nella sua schietta realtà, rappresentando secondo Macrì «un validissimo manuale per la lettura antropologica e sociale della Calabria del 1847».
La cerimonia si è quindi conclusa con le note di una filastrocca musicale, composta dallo stesso poliedrico Lear, eseguita al flauto traverso dal M° Emanuele Sanci e della sua piccola allieva geracese Sara Elisabeth Bartley, e da Alessandro Alia alla chitarra.
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