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Si è tenuta nel pomeriggio di sabato 28 luglio nella Sala Conferenze del Museo Civico di Gerace la presentazione del libro “Mostri uccisori di bambini” (Armando Curcio editore) di Francesco Bruno e Francesca Lonero. L’evento è stato organizzato dall’IPUE (Istituto Psicologia Umanistica Esistenziale “Luigi De Marchi”) e dal Comune di Gerace, in collaborazione con l’AIASU (Associazione Internazionale per l’Applicazione delle Scienze Umane) ed il Club Unesco di Gerace.
Nel loro libro, il neuropsichiatra e criminologo Francesco Bruno – celebre per essere ospite fisso e collaboratore di numerose trasmissioni televisive dedicate ai serial killer – e la psicologa, criminologa e psicodiagnosta Francesca Lonero, spiegano le ragioni psicologiche dietro crimini brutali di cui sono vittime i bambini. In ogni capitolo analizzano quindi un caso eccezionale per numero di vittime o azioni particolarmente brutali, a partire da una madre, Maybeth Tinning, che uccide i suoi nove figli, fino ai più recenti fatti di cronaca riguardanti il piccolo Tommaso Onofri e le gemelline Schepp. Quella di Bruno e Lonero si caratterizza dunque come un’analisi storica e psicologica insieme, con l’intento di penetrare le menti di questi «mostri» allo scopo di capire, conoscere e, se possibile, prevenire i loro ignobili gesti.
Dopo i saluti del Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, e del presidente del Club Unesco geracese, Emanuela Ientile, gli autorevoli relatori presenti – il direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’A.S.P. di Reggio Calabria, Caterina De Stefano, la psichiatra e psicoterapeuta Elisabetta Felletti, e la biologa e genetista forense Marina Baldi – hanno tenuto alta l’attenzione del numeroso pubblico intervenuto conversando con il professor Bruno a partire dalla tesi sulla quale si fonda “Mostri uccisori di bambini”: l’uccisione come atto in sé, come deviazione dell’istinto base di cura e protezione del bambino da parte di adulti che non sono né criminali, né pedofili e nemmeno folli in senso stretto, ma “semplicemente” mostri che provano piacere nell’uccidere i bambini. Nel libro, partendo dall’analisi storica dei fatti di sangue presi in esame, il botta e risposta tra i due autori lenisce appena, facendo chiarezza sugli aspetti più reconditi della psiche dei mostri, quella sensazione da “pugno nello stomaco” che prova in maniera vivida il lettore.
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