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«Possiamo evitare di andare incontro al dolore, ma non che il dolore venga incontro a noi: io dovevo rendere fecondo il mio dolore, non lasciare che rimanesse sterile… Se il mio libro serve a far nascere la speranza anche in una sola persona, allora è stato utile scriverlo».
Le parole pronunciate ieri a Gerace da Silvana Ruggiero – autrice di “Lezione d’Amore” – presentando il proprio libro dicono molto della donna che lo ha scritto e della sua tempra caratteriale e morale. Il resto – tutto il resto – sta invece in quelle pagine: novanta pagine divise in dodici capitoli che raccontano il percorso di vita dell’autrice, una madre che di punto in bianco deve fare i conti con la terribile malattia degenerativa che colpisce i suoi due piccoli figli; alla fine di ognuno dei capitoli, Silvana Ruggiero rende inoltre partecipe il lettore delle proprie più intime riflessioni, quelle compiute lungo il proprio viaggio introspettivo parallelo a quello effettuato sotto gli occhi di un Dio che inizialmente lei considera un punitore ingiusto della propria famiglia.
Sarà così almeno fino a quando Silvana non si aprirà all’amicizia offertale da Suor Linda: anche grazie a lei, infatti, capirà che il dolore che l’ha colpita le ha permesso di ricevere – rendendola pubblica scrivendo il libro – una lezione d’amore dai suoi Marco e Luca.
Una lezione che le dà la forza di creare dalla sofferenza e dall’iniziale rabbia una onlus – l’A.GE.S.S. (Associazione Genitori a Scopi Sociali) –, di ridare dignità alle politiche sociali in qualità di consigliere comunale nella sua Bagnara, di diventare madre di Andrea e di lasciare una lezione d’amore, di coraggio e di speranza anche a lui, il figlio «nato nel tempo del dolore» e che ora la guarda col sorriso orgoglioso di un dodicenne la cui nascita ha rappresentato per i genitori «il dolce che aspettavamo dopo il piatto non tanto gradevole che il banchetto della vita ci aveva imposto di mangiare».
Ad assistere Silvana Ruggiero nella presentazione del proprio libro ieri nella Sala Conferenze del Museo Civico di Gerace – puntando i riflettori sui tanti importantissimi aspetti della vita e dell’anima che le sue pagine vanno a toccare con la forza dirompente del vissuto vero – sono stati Emanuela Ientile, presidente del Club Unesco di Gerace, e il professor Stefano Monterosso, storico e critico d’Arte.
A ringraziare l’autrice a nome dei presenti e dell’intera cittadinanza geracese, c’erano invece il Sindaco Giuseppe Varacalli ed il consigliere con delega alla Cultura, Luca Marturano: «Grazie per aver scelto Gerace per raccontare la sua storia e grazie per ciò che abbiamo imparato dalla sua lezione d’amore», il comune sentire dei due esponenti dell’Amministrazione Comunale.
Conclusa la presentazione di “Lezione d’Amore”, seconda serata riservata alla musica con il concerto dell’Ensemble al Femminile e dell’Ensemble di Trombe dell’Associazione Musicale “Paolo Savoja” di Gerace, diretta dal M° Cosimo Ascioti. Dapprima, le giovanissime clarinettiste Alessandra Ascioti, Caterina Lacopo, Noemi Resistenza Femia, Paola Serafino e Maria Chiara Sorace – dirette dalla professoressa Barbara Franco – hanno brillantemente eseguito un programma che prevedeva, tra gli altri pezzi, la Suite for clavecin in Re minore di Haendel, la Sonata n. 11 di Mozart e La marche des Rois di Dewagtere.
A seguire, l’Ensemble di Trombe, costituita dai maestri di tromba Cosimo Ascioti e Vincenzo Macrì – i quali vantano collaborazioni con istituzioni concertistiche e orchestrali come il Teatro dell’Opera di Roma, il San Carlo di Napoli e il Bellini di Catania –, e dagli allievi Giuseppe Mittica e Manuel Sorace, hanno allietato il numeroso pubblico in sala con l’esecuzione, tra le altre, de La Rejouissance di Haendel, del Te Deum di Charpentier, de Il Gladiatore di Zimmer e de La grande Porta di Kiev di Mossorgsky, per concludere con la Marcia Trionfale dall’Aida di Giuseppe Verdi.
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