Gerace (RC), conclusa la tavola rotonda su “Beni Culturali: strumenti di riflessione per la pace e la legalità”

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Beni Culturali: strumenti di riflessione per la pace e la legalità”. Questo il tema della tavola rotonda promossa dal Club Unesco di Gerace tenutasi nella mattinata di ieri presso la Sala Conferenze del Museo Civico della millenaria città.

A prendere per primo la parola, il Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, che ha sottolineato come l’iniziativa – patrocinata dal Comune di Gerace – si inserisca nel solco del programma politico della compagine da lui guidata: «Attorno ai numerosi beni culturali che Gerace può vantare ed ai quali sono legati non solo i geracesi, è nostra intenzione favorire lo sviluppo turistico e culturale della città e del comprensorio, promuovendo un turismo di qualità». Varacalli si è poi soffermato sulla possibilità – attualmente allo studio – di introdurre presto una sorta di simbolico (e minimale) biglietto d’ingresso a quel «museo a cielo aperto che è Gerace»: «L’idea – ha spiegato il primo cittadino geracese – è quella di utilizzare i proventi per tenere i monumenti in ogni periodo dell’anno e, soprattutto nel periodo estivo, nella fascia oraria serale in modo da diversificare il tasso qualitativo dell’offerta turistica».

A seguire, il presidente del Club Unesco di Gerace, Emanuela Ientile, ha dapprima accolto gli studenti del locale Istituto Comprensivo “Cinque Martiri”, quelli del Liceo Linguistico e Scienze Umane “Mazzini” e dell’Istituto Alberghiero “Dea Persefone” di Locri – istituzioni scolastiche in collaborazione con le quali è stata organizzata l’iniziativa odierna al fine di sensibilizzare gli studenti della Locride riguardo alle problematiche relative alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio artistico e culturale. In secondo luogo, il numero uno del Club Unesco geracese – coadiuvata dal proprio vice Antonio Condò, oggi nelle vesti di moderatore dell’incontro – ha ringraziato le numerose personalità civili e militari presenti: Rosario Lucifaro e Maria Macrì, dirigenti scolastici degli istituti coinvolti, Tommaso Lentini, presidente della Fondazione “Nosside” di Locri, Albarosa Dolfin Romeo, presidente del Sidus Club di Siderno, e i rappresentanti locali del FAI. Sul “fronte militare”, hanno presenziato il tenente Nico Blanco, comandante della Compagnia Carabinieri di Locri, il capitano Antonio Ripoli, comandante della Circoscrizione marittima di Roccella Ionica, il maggiore Ferdinando Mazzacuva, comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Locri, il maresciallo Giacomo Chimienti, comandante della locale stazione dei Carabinieri.

Come da programma, il relatore principale della tavola rotonda è stato il capitano Raffaele Giovinazzo, comandante regionale del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, peraltro oggi nominato socio onorario del Club Unesco di Gerace. Prima di rendere edotti i presenti riguardo alla struttura ed all’attività – formidabile – svolta dall’unità investigativa con sede a Cosenza, il capitano Giovinazzo ha passato in rassegna alcuni punti focali dell’azione volta tutela dei beni culturali. Innanzitutto, partendo dalla definizione giuridica di bene culturale, Giovinazzo si è soffermato sulle potenzialità dello stesso nel progresso economico regionale e non solo, sottolineando però la contestuale necessità di promuovere tra i giovani la consapevolezza del valore dei beni culturali nella nostra organizzazione sociale. «Quando ciò avverrà, lavorando lungo l’asse famiglia-scuola-istituzioni – ha spiegato Giovinazzo – paradossalmente potrebbe non esserci più bisogno di un nucleo investigativo che tuteli i beni culturali: sarebbero gli stessi giovani a rappresentare le prime vedette contro ogni abuso, così come in parte sta già oggi avvenendo». Quello che oggi è invece il problema principale riguardo al tema della tutela dei beni culturali è, secondo il comandante regionale del Nucleo T.P.C. (attivo in Calabria dal maggio del 2001), la «drastica riduzione delle aree sottoposte a vincolo da parte della Soprintendenza», causa di saccheggi e abusi edilizi, le cui immagini, opportunamente proiettate in sala, hanno lasciato attoniti i presenti. Fortunatamente anche per i nostri amministratori regionali sembra essere arrivata l’ora di dotare la nostra regione – unica a non averlo ancora fatto! – di un piano paesaggistico.                                                           In conclusione del proprio appassionato e appassionante intervento, il capitano Giovinazzo ha toccato altri due temi: innanzitutto, ha sottolineato come il controllo statale in materia di patrimonio culturale non abbia finalità punitive, bensì di garanzia delle condizioni di sicurezza per gli stessi beni culturali controllati; in secondo luogo ha infine assicurato, fedelmente alla personale convinzione secondo la quale «ogni bene culturale debba essere fruito nel proprio luogo d’origine», che presto l’arazzo di Gerace di Jan Leyniers, del quale recentemente è stato ultimato il (quarantennale) restauro, tornerà a casa.

La conclusione dell’evento è stata affidata all’intervento, fuori programma ma evidentemente pertinente, dell’assessore provinciale ai Beni Culturali e alla Difesa della Legalità, Eduardo Lamberti Castronuovo. «Oggi abbiamo assistito alla fusione tra legalità e cultura, considerando le forze dell’ordine come forze di cultura utili alla conoscenza del nostro patrimonio e della nostra identità. La cultura è uno degli strumenti più efficaci per contrastare la ‘ndrangheta e per far conoscere la Calabria per quello che realmente è, e non per quello che gli altri vogliano che sia».

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Author: Cristina

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