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Di Emanuela Ientile – Presidente del Club per l’Unesco di Gerace
La Città di Gerace ha dato l’ultimo saluto all’artista, ed ex insegnante, Antonio Ettore Scoleri. Fra qualche mese avrebbe compiuto 94 anni ben 85 dei quali vissuti con e per l’arte, uno dei suoi amori indistruttibili insieme con quello per la famiglia, per la sua Gerace, per l’insegnamento, per l’amicizia.
Amministratore del Comune di Gerace negli anni 50; ex Vice Giudice Conciliatore, uomo di Partito (ex PCI), abbandonò la politica non appena si accorse che gli ideali non erano più che solo un lontano ricordo. Figura classica del “vecchio maestro” elementare, andato in pensione dopo ben otto lustri trascorsi dietro una cattedra, impegnato ad educare ed a formare – per la vita e per la professione – centinaia e centinaia di bambini, oggi padri e madri di famiglia, apprezzati professionisti.
Ettore Scoleri, più conosciuto col suo secondo nome, aveva festeggiato le “nozze di platino” con l’arte avendo superato di gran lunga i 75 anni di…”matrimonio” con la sua compagna prediletta: un amore nato, costruito ed alimentato da tele, pennelli, argilla e tanto sentimento. Notissimo in tutt’Italia ed all’estero proprio per le sue preziose sculture in creta (centinaia le esposizioni, i premi, le mostre), l’artista- dopo un’esistenza vissuta a Gerace, sua città natale, negli ultimi anni- dopo la prematura scomparsa della moglie- trascorreva le sue giornate nella vicina Siderno, nella casa di una delle sue quattro figlie, particolarmente accudito e seguito dalla nipote Eliana. Scoleri aveva incominciato a plasmare timidamente l’argilla già all’età di nove anni, imitando il padre Bruno, un fabbro che, durante il tempo libero, dava sfogo al suo estro creativo passando dalla durezza del ferro alla duttilità dell’argilla con la quale preparava i “pastori” che avrebbero “animato” il Presepe, un vero e proprio rito, una tradizione che il Maestro Ettore, benché sempre professatosi ateo, riproponeva ogni anno per la venuta del Messia.
Un animo “nobile”, quasi fanciullesco, il suo, pronto ad aggrapparsi ai ricordi, ai “sogni”. A volte la nostalgia prendeva il sopravvento, appesantita dai tormenti di un artista, di uno scultore dell’argilla che da sempre trasfondeva nelle sue opere i sentimenti e le esperienze realmente vissuti nella sua Gerace, tra la sua gente. Principi, valori cui il “Maestro” è stato da sempre legato a filo doppio. “Vecchi che raccontano”, “Donna che fila”, “Donne alla madìa”, “L’emigrante”, “Lo strillone”, “Maternità” e tanti altri ancora. Sono i titoli, i temi delle crete dell’artista geracese. Opere tutte ancor oggi da ammirare, da osservare in religioso silenzio; così come in silenzio, in punta di piedi, all’Ospedale di Locri dove era stato ricoverato, se n’è andato Ettore Scoleri; educatore ed artista, geracese. Di Lui oggi restano gli insegnamenti, le lezioni di vita, il fascino contagioso delle sue sculture. Le opere fittili continueranno a “raccontare” la sua Gerace, i suoi affetti, i suoi ricordi, i suoi amici. E’ la magia, la potenza dell’arte; che riesce a raccontarci qualcosa, a nobilitare quei sentimenti di cui Scoleri, nella sua bottega d’arte di Via Duomo, è stato un vero cantore!
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