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Tre serate, tre sold out e standing ovation per un camaleontico Gennaro Calabrese protagonista dello show “L’imitatore non è l’imitato”, andato in scena al teatro “Siracusa” e realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Kabuki”.
Si è chiusa ieri sera, tra gli applausi di un pubblico estasiato, la prima nazionale di un inedito varietà che il noto cabarettista reggino ha voluto far partire proprio dalla sua città natale.
Un tour teatrale che vedrà impegnato l’artista Calabrese sino al prossimo Aprile dove chiuderà a Roma la sua avventura e calcherà i migliori teatri italiani da Nord a Sud della Penisola. A tirare le somme di una tre giorni d’arte che ha portato in città un sano cabaret fatto da una satira pungente ma pulita, da sketch studiati nei minimi particolari e aggraziati dalle coreografie delle ballerine Valentina Lazzara e Valeria Palmacci, è lo showman Gennaro Calabrese che anticipa visto il successo registrato e l’insistente richiesta del pubblico reggino, un’altra data in Primavera.
“Mi sembra di sognare ad occhi aperti, ancora non ci credo – afferma l’attore Calabrese premiato per questo show come “Artista reggino dell’anno” dal consigliere provinciale Francesco Cannizzaro – Vedere per tre sere consecutive il teatro Siracusa pieno di gente, ammirare i volti gioiosi dei miei concittadini e sentire le loro risate mi rincuora. Vuol dire che ho lavorato bene e che lo spettacolo che ho realizzato ha mostrato quello che sono e che ho dentro.
Mi spiace per tutti quelli che non sono riusciti a vedere lo show perché non hanno trovato i biglietti ma spero di poter rifare un’altra data. Reggio Calabria è una città con un grande cuore e credo che tutti devono saperlo. Con il mio varietà, umilmente, proverò a far conoscere questo fazzoletto di terra dove ogni giorno lavorano professionisti per tirarla su. Spero solo che un giorno, il calore che ho sentito io in queste tre sere, lo senta chi continuamente denigra la mia Reggio”.
Calabrese in due ore di spettacolo si racconta e racconta ironicamente quelle sfaccettature che caratterizzano la sua Regione ma soprattutto, riesce ad abbattere quella barriera tra palco e pubblico costruendo un varietà la cui parola d’ordine è ridere.
Spente le luci, smontata la scenografia, chiuso il sipario, in quel teatro oggi vuoto continuano a risuonare gli applausi e le urla di spettatori “stregati” da quel talento nostrano che porta il nome di Gennaro Calabrese.
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