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Leggo, non senza stupore, che attraverso una nota stampa il presidente del Consiglio regionale della Calabria mi chiede l’immediata rinuncia all’incarico di Garante dell’infanzia per una vicenda apparsa sui giornali che lo stesso presidente definisce poco edificante, in relazione ad un sopralluogo al campo profughi di Isola Capo Rizzuto a tutela dei minori presenti, adempimento che io avrei ritardato per ottenere la rettifica del mio titolo istituzionale sulla nota di un funzionario prefettizio.
Evidentemente il Presidente o si è fidato dei falsi e fantasiosi titoli dei giornali o non è stato bene informato, o bisogna ipotizzare altri motivi che non conosco.
In ogni caso la mia attività ispettiva al campo profughi è in corso sin dai primi di agosto e il funzionario prefettizio ha subito corretto l’errore in nota non mancando di esprimere alla scrivente il suo rammarico per l’omissione del titolo istituzionale commessa. Quindi nessun ritardo o omissione, come artatamente riferito dalla stampa nei confronti mi tutelerò nelle competenti sedi.
La mia attività di vigilanza a tutela dei minori e delle donne in gravidanza al C.A.R.A. è stata e puntualmente svolta secondo i tempi e i modi da me programmati.
Sin dall’8 agosto u.s. ho trasmesso al Consiglio regionale segnalazione sulle gravi violazioni di diritti minorili riscontrate al campo profughi di Capo Rizzuto.
Evidentemente gli uffici del presidente non l’avranno informato.
L’attività di vigilanza sui minori del CARA è proseguita anche durante il periodo ferragostano e il 23 agosto ho trasmesso altra segnalazione al Ministro dell’interno e ai Deputati e Senatori della Calabria.Successivamente il 26 agosto ho richiesto alla Commissione speciale del Senato sui diritti umani formale audizione.
Intanto il 10 settembre u.s. ho richiesto al Ministro dell’Interno, anche a nome degli altri garanti regionali interessati, l’inserimento dei Garanti dell’infanzia regionali tra i soggetti aventi diritto di accesso permanente ai campi profughi. Ciò al fine di agevolare ancor di più l’attività ispettiva mia e dei miei consulenti. E’ bene precisare che gli intensi compiti istituzionali sono svolti a titolo quasi gratuito, senza alcun mezzo o personale che il Consiglio regionale ancora oggi non
ha fornito all’ufficio del Garante.
L’ufficio va avanti per la generosità di un pool di professionisti volontari. A proposito del taglio dei costi della politica il presidente del Consiglio regionale può vantarsi che l’ufficio del garante della Calabria è attualmente a costo zero.
Inoltre la l.r. n.28 del 2004 prevede che il garante riferisca ogni sei mesi al Consiglio regionale, ma sino ad oggi le mie richieste al presidente Talarico di consentirmi di informare gli onorevoli consiglieri sulla condizione minorile calabrese per l’assunzione di conseguenti atti amministrativi e legislativi di loro competenza sono cadute nel vuoto.
Ciò posto è fuor di luogo che il Garante possa rinunciare all’incarico per presunte ed indimostrate ragioni di moralità avendo questo garante portato avanti il suo lavoro con estremo impegno, profondo senso del dovere e dedizione nonostante i ritardi e le carenze di mezzi da parte della struttura regionale.
Del resto, la copiosa attività svolta è agevolmente consultabile sui testi delle relazioni annuali e sul sito istituzionale.
Non posso far altro, pertanto, che respingere, con sdegno, l’invito a dimettermi dall’incarico.
Alla luce di quanto sopra chiedo al presidente del Consiglio regionale di ritirare le gratuite insinuazioni espresse nei miei confronti, nonché l’inopinato invito rivoltomi a rinunciare all’incarico di Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Calabria.
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