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E’ veramente un calvario continuo per chi si ammala nella Piana di Gioia Tauro. Succede di tutto e di più, dal Servizio Urgenza Emergenza Medica 118, alla riduzione delle sedute operatorie, per poi concludere con i servizi essenziali di diagnostica strumentale, tutti, con ataviche carenze di personale e attrezzature.
E’ pur vero che la Direzione Generale si ritrova monca della Direzione Sanitaria, per incomprensibili dimissioni del Dr. Lopresti ma, è vero pure che troppo spesso l’attenzione si sposta su pezzi di territorio provinciali proni alla cogestione su temi che non guardano l’interesse generale dell’intera provincia di Reggio Calabria. Da qui ne deriva l’abbandono totale di una realtà, come quella della Piana, lasciata alla deriva. E’ datata 31 Gennaio 2012 l’ennesima nota di allarme, lanciata dall’ospedale di Polistena sulle gravi problematiche del plesso operatorio.
La Direzione Aziendale a tutt’oggi non ha ritenuto di adottare alcun provvedimento a nessuna delle richieste avanzate a più riprese da parte degli operatori sanitari della Divisione di Ortopedia di Polistena; operatori che vivono ogni giorno in stato di perenne urgenza e, purtroppo, anche di precarietà con un senso di sconforto per il sentimento di abbandono a cui sono stati relegati fin dal momento dell’insediamento di questa Direzione.
Le reiterate richieste per migliorare il servizio e renderlo più efficace nelle prestazioni sanitarie, continuano ad essere lettera morta: non si acquista l’amplificatore di brillanza, indispensabile per la sintesi delle fratture (spesso accade che, mentre si sta eseguendo un intervento di osteosintesi, improvvisamente si oscura l’unico amplificatore di brillanza di cui è dotata la sala operatoria e si è costretti a interrompere l’intervento o a sospenderlo); su tre ascensori uno soltanto è rimasto in funzione (i cardiopatici e gli anziani devono salire le scale fino al terzo piano per consulenze cardiologiche, mentre, quando si blocca anche l’unico ascensore si è costretti a sospendere le sedute operatorie).
Non più tardi dello scorso martedì 15 Maggio, il Direttore del Servizio Anestesia e Rianimazione di Polistena, ha comunicato alle Divisioni chirurgiche l’ennesima carenza di personale, per sopravvenuta malattia di un Medico Anestesista. La già precaria dotazione organica, di personale medico e paramedico, in assenza di soluzioni aziendali, ha determinato la decisione di mantenere solo le sedute operatorie antimeridiane fino ad oggi.
Tutto ciò grava pesantemente sulle attività chirurgiche, acuisce il disagio dei pazienti Traumatizzati, costretti a tempi di attesa inaccettabili di oltre 7 giorni di ricovero, e tutta l’emergenza operatoria. L’assurdo è che, mentre il personale medico e i ferristi di Ortopedia hanno dato, da tempo, la loro disponibilità ad operare tutti i giorni mattina e pomeriggio, le sale operatorie rimangono chiuse per carenza di personale Anestesista. Forse sarebbe bene fare una ricognizione del personale di anestesia, già in servizio negli ospedali dismessi, e riassegnarlo alle funzioni ospedaliere.
Tuttavia, nonostante l’enorme bacino di utenza che si riversa sull’Ospedale di Polistena (oltre alla fascia Ionica e alla provincia di Vibo), non si riesce a disporre dei mezzi di soccorso necessari per affrontare l’emergenza, vuoi per problemi tecnici, oppure per carenza di personale ma, tale problematica diventa inaccettabile quando, per un esame di E.R.C.P eseguibile fino al 2011 all’ospedale di Scilla, oggi bisogna recarsi a Catanzaro (Germaneto) o addirittura a Cosenza. Su questi gravissimi problemi, una direzione generale attenta non può licenziare i Direttori delle Unità Operative dell’Ospedale di Polistena con un “arrangiatevi”, così come ha fatto nei giorni scorsi, ma deve dimostrare di essere in grado di affrontare e risolvere i problemi della Sanità Pubblica della Piana, altrimenti è meglio che faccia il doveroso passo indietro richiesto da tutti i cittadini della Piana.
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