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Non ci sembra corretto rimanere dietro le quinte e non venir fuori per chiamare le cose che sono accadute con il proprio nome, ed allo stesso modo non svelare chi ha causato quanto è successo.
Non si può governare un comune, una regione o una nazione badando solo ai propri interessi personali, come non si può restare impassibili davanti alle esigenze di una intera collettività in profonda difficoltà, per badare solo a quelle dei propri accoliti.
Possibile che non si fosse capito che questo sistema sarebbe imploso? I segnali , da più tempo, erano evidenti e la gente, ormai sfiduciata e stanca di promesse non mantenute e di tutte le angherie che è stata costretta a subire, ha detto basta.
Le nostre “intelligenze” che fino a oggi, o meglio, fino a ieri ci hanno governato, avrebbero dovuto capire che i giochi, soprattutto quelli sporchi, prima o poi avrebbero presentato il conto. Un conto che, a nostro avviso e viste le premesse, non ci sarà più la possibilità di “dilazionare” né tantomeno di pretendere sconti: ci troviamo di fronte ad un “disastro ambientale” che ha invaso l’intero Paese.
Dovremmo vergognarci per aver dato la possibilità ad un uomo qualunque, di nome Beppe Grillo, di invadere le nostre piazze per raccontare alla gente la verità, quella stessa verità di cui tutti noi eravamo a conoscenza e perché da noi stessi causata, costringendo così tanta gente ai limiti della sopportazione, ad andare alla ricerca di un nuovo “messia” dandoci così un forte segnale che è anche una lezione di vita, le cui conseguenze probabilmente sono ancora soltanto ipotizzabili.
Non siamo d’accordo quando leggiamo che in Calabria ha vinto il Governatore: in Calabria hanno vinto i: Gentile a Cosenza, Aiello a Catanzaro e Antonio Caridi a Reggio; per vincere veramente il Governatore avrebbe dovuto riportare a Montecitorio 12 deputati, tanti quanti fecero grande Forza Italia nel 2008, ed invece si è fermato solo a 4; e non siamo d’accordo neanche con chi sostiene che la vittoria di Grillo è un “caso nazionale”, no!!! Per noi la colpa è di ogni Provincia e di ogni Regione dove, ognuno nel proprio ambito, ha pensato bene di amministrare non per l’intera collettività ma per pochi, quindi, per tutto ciò che siamo riusciti a portare a casa non dobbiamo ringraziare il PDL ma Berlusconi …. e Berlusconi è ancora Forza Italia.
Ci sono gli strumenti per ridare la fiducia al 26% del popolo italiano che ieri ha votato Grillo, che in verità, e a nostro modesto avviso, avrebbe di gran lunga superato questa percentuale se quel 30% di astensione non avesse avuto paura di ritrovarsi, all’indomani del voto, peggio della Grecia.
Intanto assistiamo alla non possibilità di formare il Governo, poiché nessuno dei tre maggiori partiti riesce ad ottenere la fiducia l’uno dall’altro e dall’altro ancora; un po’ come il cane che si morde la coda, ma per noi le soluzioni ci sono….
E’ sufficiente mettere sul tavolo quelle idee concrete per porre rimedio ai danni compiuti, cominciando a ridare fiducia alle piccole e medie imprese, attraverso una campagna di informazione che metta in luce tutte le illegittimità che sistematicamente hanno viziato e continuano a viziare il rapporto con il mercato del credito, infondendo maggiore consapevolezza agli imprenditori le cui evidenti difficoltà non sono soltanto causa della crisi o di una cattiva gestione della loro attività.
Nel tempo, gli istituti di credito, facendo cartello, hanno applicato condizioni e tassi contrari alle norme vigenti, forti del fatto che, nonostante esistessero le norme sanzionatorie, gli imprenditori, per paura di restar fuori dal circuito del credito, non avrebbero fatto ricorso alla giustizia ordinaria per non essere segnalati nella “black list” delle “Sofferenze” presso la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia.
Dovrebbe essere la politica a dare fiducia e supporto a questi imprenditori, magari sì supportandoli nella ricerca di nuove fonti di finanziamento a costi accessibili, ma soprattutto affiancandoli e dando loro consapevolezza dei loro diritti nel difficile, ma non vano tentativo di costringere le banche a restituirgli quanto era già loro e che nel tempo è stato loro sottratto.
Le leggi a tutela del risparmiatore/imprenditore già esistono e sono sempre più frequentemente applicate, rendendo giustizia a coloro i quali, un po’ per coraggio, ma molto spesso per disperazione, si sono decisi a combattere lo strapotere delle Banche.
Avremmo ancora altro da dire agli imprenditori, ovviamente non è questa la sede ma Forza Libera rimane disponibile ed auspica ulteriori suggerimenti da tutti coloro che vogliono contribuire con le loro idee, la loro nuova energia di cui oggi l’intero Paese ha tanto bisogno.
Quello che però rimane compito della politica è riuscire con i fatti a mettere in pratica ciò che già, anche di recente, si è ripetutamente promesso: COSTRINGERE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A SALDARE I PROPRI DEBITI CON I FORNITORI.
È questo il vero intoppo nella “catena della liquidità”: assistiamo quotidianamente a situazioni in cui capaci e tenaci imprenditori, oltre a dover combattere quotidianamente in territori già “difficili”, forniscono beni e servizi alla pubblica amministrazione senza che tali prestazioni, in tempi accettabili, vengano saldate attraverso il pagamento delle relative fatture.
Ridare liquidità al sistema equivale a tamponare lo strapotere delle banche, consentendo a più imprenditori la possibilità di “autofinanziarsi” attraverso il reinvestimento in azienda dei proventi della loro attività, consentendo di conseguenza una minore “dipendenza” dal sistema creditizio.
È ridando liquidità al sistema che si consente allo stesso di tornare a spendere per far ripartire la domanda e, di conseguenza, l’offerta di lavoro, andando a riassorbire buona parte di quei milioni di disoccupati venuti fuori proprio da questa congiuntura economica causa anche, se non soprattutto, di azzardate speculazioni finanziarie sul mercato dei cosiddetti “derivati” compiute dalle stesse Banche (vedi scandalo MPS) che hanno contribuito a creare una economia parallela, lontana da quella reale, ma capace di condizionarla pesantemente scaricandone su di essa le conseguenze derivanti dai tracolli dei mercati.
Va rivisto e modificato subito la soglia economica mensile minima spettante ad ogni pensionato, come va introdotto un sistema di incentivazione del lavoro giovanile, basato sugli sgravi fiscali alle imprese che assumono nuova forza lavoro.
Ci troviamo di fronte ad una tale “incertezza sul futuro” che anche chi oggi potrebbe permetterselo, e sono davvero in pochi, in previsione del “peggio”, al momento si astiene dall’intraprendere nuove attività.
I “bamboccioni” che vivono ancora in casa con i genitori, non vanno via da loro non perché amano il calore familiare, ma perché ai nostri figli, al momento, gli è preclusa la possibilità di avere un lavoro, ancora di più un lavoro contrattualizzato, ancora di più a tempo indeterminato. Diventa così impossibile avere quelle aspettative sul futuro che spingano a ipotizzare, come magari è stato possibile per la precedente generazione, che un debito contratto oggi, magari per un mutuo sulla prima casa (ammesso che qualche banca lo conceda) possa essere tranquillamente saldato con il “lavoro di una vita”!!
Servono si incentivi al lavoro, alle famiglie più disagiate, più eque imposizioni fiscali, ma serve soprattutto creare i presupposti per infondere fiducia nel “futuro”: solo così si potranno allontanare le nuvole grigie che, ad oggi, incombono, scoraggiando il nascere di nuove iniziative imprenditoriali, vittime anche di una incomprensibile ed ingiustificabile burocrazia.
Ed il giocare sempre più in difesa comporterà l’implosione dei mercati e della nostra economia, che non dimentichiamolo è sempre stata basata sulle piccole e medie imprese, che hanno rappresentato da sempre e tutt’oggi rappresentano un volano fondamentale per la ripresa.
Se non lo avete ancora capito, sindaci, presidenti di provincie, governatori di regione e parlamentari in generale, non c’è più tempo da aspettare. Su, dai “fatevi coraggio”, tralasciare gli “affetti” a voi vicini e dedicatevi di più alla collettività, perché il rischio di ritornare fra non molto e definitivamente a “casuccia” è serio e reale.
Forza Libera
Il Coordinamento Provinciale
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