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Il documento prodotto dal coordinamento regionale del Pdl di cui è a capo il presidente della giunta regionale della Calabria, con cui, più che invitare, si diffidano i Comuni a pagare 160 milioni di euro alla SORICAL per le (doppiamente) salate bollette dell’acqua, rivela, se ce ne fosse bisogno, la sostanza del problema posto dai referendum di domenica prossima, ai quali Futuro e Libertà invita i cittadini a votare quattro sì. È tra l’altro buffo osservare che un partito politico dia ordini ai 410 Sindaci dei Comuni della Calabria: accadeva in URSS.
Va detto con forza ai calabresi, intanto, che domenica e lunedì è necessario andare a votare. E che è necessario, comunque la pensino, farsi consegnare quattro schede e votarle tutte, pena la non validità complessiva delle votazioni.
Già in campagna elettorale avevo denunciato una assurda manovra del presidente regionale per far pagare ai calabresi tre o quattro volte la stessa acqua. Con una delibera che si vorrebbe far diventare legge, infatti, la Regione vuole che le banche “prestino” ai Comuni questi 160 milioni di euro di debiti pregressi. I comuni (riconoscendo debiti indicati unilateralmente dalla Sorical) dovrebbero andare in banca e accettare prestiti (con quali tassi d’interesse?) per pagare, magari a rate. E se i Comuni (e per loro i cittadini) questi soldi non li rimborseranno alle banche, allora ci penserà mamma Regione a garantire i prestiti, intervenendo per rimborsare gli istituti di credito che non incasseranno dagli inadempienti. Una festa per le banche. Ma anche soldi subito per le casse regionali.
Riassumendo: prima di Agazio Loiero l’acqua era di proprietà dei Comuni. Loiero ha costituito la Società per le Risorse Idriche della Calabria, con una partecipazione del 51% regionale e 49% della Véolia, potentissima multinazionale francese che si appropria in Europa dell’acqua pubblica dove viene privatizzata. L’acqua pubblica, che prima era proprietà dei Comuni, ai quali i cittadini pagavano il canone, non è più dei Comuni: ora bisogna pagarla in parte alla Regione e in parte ai privati (presidente, ma a quanti milioni ammonta il 51% di acqua di pertinenza regionale?). I cittadini che pagano canoni salati per acqua salata, come a Reggio, ora pagano l’acqua alla Regione ed ai privati della Véolia.
E se i Comuni, come è certo, non potranno pagare il conto della Sorical (il Comune di Reggio, i cui conti sono tutti ineccepibilmente in ordine, deve ancora versare alla Sorical due milioni di euro) allora interverrà provvidenziale e materna la Regione a rifondere le banche che hanno anticipato i soldi e saldare così (a se stessa Regione) l’acqua non pagata. Con un piccolo dettaglio. Quando la Regione sarà chiamata dalle banche, dovrà restituire loro denari estorti per l’ennesima volta (dopo quelli del folle deficit sanitario) ai cittadini.
Per intanto, Sorical taglia l’acqua a centinaia di migliaia di calabresi; annuncia il dissesto finanziario e il mancato pagamento degli stipendi ai propri impiegati; fa licenziare gli operai occupati nella ingannevole diga del Menta non pagando gli appaltatori: ma dove sono finiti i 130 milioni di euro versati nel 2008 dallo Stato alla Sorical proprio per questa diga?
Bene hanno fatto tutti i sindaci delle maggiori città calabresi (ad eccezione del reggino clone di Scopelliti) a stilare un documento con cui invitano i cittadini a votare sì: se passa l’abolizione della privatizzazione dell’acqua, addio Sorical-Véolia, addio debiti vantati, addio sogni di gloria di incassi milionari sulla pelle dei cittadini.
Siamo certi che cittadini ed amministrazioni comunali sapranno non farsi intimidire da quanto minaccia il coordinatore regionale del PDL, quando ingiunge che “i comuni utilizzino gli strumenti della rateizzazione evitando di incorrere nella scure di procedimenti coatti che sarebbero poi veramente dolorosi “, visto che il vero dolore, ritengo, lo daranno a lui le prossime elezioni.
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