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Le emergenze calabresi sono all’ordine del giorno, l’annuncio che diverse associazioni che operano nel settore della sanità non intendono nemmeno interloquire con la Regione Calabria è frutto di un disagio maturato nel tempo e supportato dall’incapacità negli incontri che si sono precedentemente tenuti di trovare la giusta soluzione ai problemi.
Riteniamo che affrontare i problemi significa conoscere fino in fondo le criticità che li hanno generato. Quanto sta avvenendo non può essere ricondotto al seguire un piano di rientro dettato da regole matematiche che non fanno altro che procedere ad addizionare o sottrarre numeri. Ma i servizi in questo settore non possono e non devono mai essere improntate a logiche matematiche.
Non riusciamo a comprendere come gli organi regioni non abbiano ad esempio studiato a dividere le strutture sotto due branche: quelle che erogano prestazioni sanitarie intese come diagnosi e cura dei pazienti e le strutture che assolvendo ad un servizio sociale ed erogano all’interno anche prestazioni sanitarie, per quest’ultimo caso appare strano che gli ospiti di tali strutture debbano pagare una retta e non il versamento integrale della pensione che percepiscono,inoltre gli ospiti delle cosi dette case di riposo rimangono in carico ai medici di base altro costo che potrebbe essere tagliato.
Siamo convinti che solo questo non possa risolvere la situazione, ma riteniamo che analizzando per bene il problema si possa veramente invertire la rotta. A meno che non vogliamo anche creare l’emigrazione anche di questo settore che oltre a fornire un servizio sociale che riteniamo indispensabile e che preserva la dignità della persona, da la possibilità a migliaia di persone di avere un lavoro che svolgono con passione, abnegazione ed umanità. Non si può amministrare se non ciò che si conosce ed è lampante l’approssimazione con la quale vengono affrontate le tematiche inerente il settore sanitario calabrese.
Quanto su detto potrebbe essere discusso con il governo centrale al fine di attingere per la copertura dei costi presso il ministero del welfare e non imputando costi che non sono di pertinenza del settore sanitario al ministero per la salute. L’Italia ha bisogno di ridisegnare il suo assetto Statale, le Regioni devono sottostare all’approvazione di un federalismo che mira a dividere e a negare i servizi essenziali.
Nell’ultimo libro che il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha scritto “l’Italia che vorrei” nello sviscerare l’importanza delle istituzioni scrive testualmente: “le istituzioni democratiche sono forti, quindi, se sono capaci non solo di decidere, ma di farlo con il consenso e la partecipazione dei cittadini. Questo aspetto in Calabria non è tenuto in considerazione ma le istituzioni vogliono decidere a prescindere dai cittadini genuflettendosi a tutto ciò che un tavolo Romano decide. Futuro e Libertà Calabria intraprenderà ogni azione al fine di tutelare il popolo calabrese vittima ancora una volta di logiche assurde che mirano ad impoverire ulteriormente il nostro tessuto sociale e la garanzia dei diritti riconosciuti dalla nostra Carta costituzionale.
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