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“L’ondata di suicidi di tanti imprenditori nel nostro Paese, i tentativi di suicidio da parte di molta gente comune, la chiusura di tante imprese sul lastrico per le vessazioni del fisco non può passare inosservata. Il Parlamento deve al più presto farsene carico modificando le norme istitutive di Equitalia Spa e le rigidissime modalità di riscossione esercitate da quest’ultima per conto dell’Agenzia delle Entrate”.
A chiederlo è l’on. Domenico Naccari, delegato del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che chiede ai leader dei partiti nazionali ed ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani “un atto responsabile”. “Se un paese messo in ginocchio dalla crisi economica – aggiunge Naccari – si trasforma in una sorta di “oppressore tributario”, quasi istiga al suicidio pur di fare cassa, è un paese che non può avere futuro.
La giusta missione di recuperare l’evasione non può essere conseguita se non si parte da criteri diversificati che tengono conto dell’attuale congiuntura economica. Il dramma italiano, l’enorme debito pubblico, la grande mole di evasione sono ascrivibili a 60 anni di politiche lassiste e permissive verso i potentati di questo paese. E’ impensabile che nel giro di poco tempo si possa ambire a rimettere in sesto ciò che è in dissesto da oltre mezzo secolo. Non si vuole giustificare nessuno. Le tasse vanno pagate. Ma se la gente si suicida perché non ce la fa, le famiglie sono sul lastrico per la crisi e non arrivano alla prima settimana del mese, qualcosa lo Stato deve fare.
L’agenzia di riscossione – prosegue – è autorizzata dalla legge a mettere talvolta in atto azioni di riscossione ai limiti della sopportazione, ai danni di tanta gente che si trova in difficoltà per la crisi o per l’assenza di lavoro. Occorre cambiare decisamente strategia altrimenti la disperazione, spesso provocata, farà più vittime di quanto si possa immaginare. Il Parlamento deve assolutamente intervenire diversificando i criteri e concentrando le forze del Fisco su quel 20% di “furbacchioni” a cui si ascrive l’80 percento dell’evasione, allentando la presa soffocante su quell’80% percento di italiani da cui si potrebbe recuperare un misero 20 percento di tributi evasi.
Questo criterio, come purtroppo testimoniano le cronache di questi mesi, con cessazioni di attività e suicidi a catena, uccide le imprese, uccide persone perbene; imprenditori onesti che hanno fatto tanti sacrifici per avviare aziende che hanno prodotto per anni e dato lavoro a tanta gente. Imprese – ha sottolineato l’on. Naccari – che sono state uccise prima dalla concorrenza sleale e poi dalla pressione fiscale e dallo Stato che pretende i mancati versamenti.
Il Parlamento, la politica, devono assolutamente intervenire mettendo dei paletti a chi è incaricato della riscossione; deve prevedere nuove regole che persegui senza pietà i miliardari che evadono le tasse e salvaguardino l’economia reale, le Pmi, le famiglie e centinaia di migliaia di lavoratori, soprattutto quanti non hanno protezioni da articoli 18, né tutele sociali come gli atipici. Per perseguire i lavoratori atipici, ad esempio, Equitalia guarda al “rapporto economico” instaurato tra le parti, ma dietro un lavoratore atipico c’è spesso un solo stipendio omnicomprensivo, una famiglia monoreddito con famiglia e figli a carico.
Oltretutto per accertare se si tratta o meno di un solo rapporto lavorativo basta incrociare i dati degli istituti di previdenza. Le esigenze di una famiglia sono impignorabili, così come non si possono aggredire i conti correnti della povera gente, le prime case eccetera. Anche il sistema di rateizzazione va rivisitato prevedendo molta più flessibilità per le fasce deboli, a cui vanno applicati interessi dell’1 percento e non invece alla stregua delle finanziarie. Questo è un momento di grave crisi. Il Paese – conclude Naccari – non può permettersi di indebolire e far morire la sua parte migliore. Di questo passo, le uniche aziende “pulite”, quelle che non falliranno mai e pagheranno le tasse fino all’ultimo centesimo saranno riconducibili alla Mafia e alla ‘Ndrangheta che pur di riciclare il denaro sporco proveniente da attività illecite non rischiano di evadere le cartelle esattoriali”.
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