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È stata sottoscritta, tra la Regione e l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, la convenzione per la realizzazione della Casa della Salute di Siderno.
Il protocollo è stato firmato dal responsabile del progetto “Rete regionale Case della salute” Salvatore Lopresti e dalla dirigente generale dell’Asp di Reggio Calabria Rosanna Squillacioti nel corso di un incontro, che si è svolto all’hotel Presidente di Siderno, durante il quale è stato presentato il progetto che è stato definito “il nuovo pilastro della sanità pubblica”.
La nuova “Casa” sorgerà dalla riconversione funzionale dell’ex ospedale di Siderno. Per la realizzazione è stato previsto un investimento di 9.760.000,00 euro. L’area territoriale di riferimento, oltre a Siderno, comprende nove Comuni: Agnana Calabra, Canolo, Gioisa Jonica, Grotteria, Mammola, Marina di Gioiosa Jonica, Martone, Roccella Jonica e S. Giovanni di Gerace, per un’estensione territoriale di circa 3.003 kmq. Garantirà la continuità assistenziale e terapeutica nell’arco delle 24 ore, sette giorni su sette.
All’incontro è intervenuto anche il consigliere regionale e responsabile del coordinamento delle Case della salute Mario Magno.
Dopo il saluto del commissario straordinario del comune di Siderno Eugenio Pitaro, hanno preso la parola il coordinatore locale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria Vincenzo Mollica, il responsabile del progetto dell’Asp Roberto Mittiga e il direttore amministrativo e il direttore sanitario Vincenzo Scali e Franco Sorica, la responsabile del distretto sanitario Jonica Silvia Falvo. Presenti all’iniziativa anche i consiglieri regionali Salvatore Pacenza, in qualità di presidente della commissione sanità, Candeloro Imbalzano e Pietro Crinò, i quali hanno, a più voci, messo in evidenza “i notevoli sforzi che si stanno compiendo, dietro il forte impulso del presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, per dare risposte moderne per una sanità di qualità, partendo proprio dalla realizzazione delle Case della Salute”.
Ha introdotto i lavori la dirigente Squillacioti informando del rammarico del presidente Scopelliti di non poter partecipare alla sottoscrizione dell’atto “per sopraggiunti e improcrastinabili impegni romani”.
“L’azienda – ha evidenziato Rosanna Squillacioti – dal 2010 ad oggi, su delega piena del presidente della Regione, ha messo in atto azioni che, nonostante il piano di rientro, ci hanno consentito di costruire una buona sanità. Abbiamo considerato il piano di rientro come un fatto positivo e ora, con la stipula di questo protocollo, stiamo mettendo un primo tassello per attuare quello che altre regioni hanno già fatto. La Locride – ha messo in evidenza la dirigente – è un distretto vasto e complesso ed ha necessita di avere un occhio di riguardo in più. Questa attenzione finalmente si sta concretizzando con la riconversione dell’ospedale di Siderno in Casa della salute: un progetto avviato sin dal 2007 ma che noi abbiamo portato a termine, perché ci siamo sempre posti l’obiettivo di avvicinare la sanità alla cittadinanza”.
“Infatti – ha rimarcato Lopresti – nel 2012, per volontà del presidente Scopelliti, che ha creduto fortemente nel progetto, in un solo anno, in collaborazione con il Formez che ha effettuato gli studi di fattibilità, abbiamo recuperato il ritardo di cinque anni. Insieme a Magno, con la collaborazione dei dirigenti del Dipartimento e delle Asp, siamo arrivati oggi alla firma delle convenzioni. Questo, però, è un punto di partenza e non di arrivo. È l’avvio della seconda fase per la riqualificazione dell’assistenza sanitaria che ha l’obbligo di offrire servizi sanitari di qualità ai cittadini. Noi puntiamo tutto su questo modello di sanità perché, tra le altre cose, costa un decimo rispetto al ricovero ospedaliero”.
Il progetto, in una sala gremita di sindaci dei Comuni della Locride, medici e operatori della sanità, alla presenza di Michele Vumbaca, socio fondatore dell’associazione nazionale “Etica e salute”, è stato illustrato dall’architetto Mittiga, il quale ha parlato di “Casa della salute di tipo C: una grande struttura, cioè, che comprende una popolazione di circa 48 mila abitanti. La superficie complessiva – ha spiegato – sulla quale si andrà ad operare è pari a 8.750 mq. Si distribuisce su quattro elevazioni oltre ad un piano parzialmente interrato. L’ultimazione dell’opera – ha dichiarato infine il responsabile del progetto dell’Asp reggina – è prevista entro la fine del 2015”.
Nel concludere i lavori, il consigliere Magno ha messo in evidenza che “il protagonista principale di quello che oggi si sta concretizzando è il presidente Scopelliti che si è sobbarcato l’onere di combattere una cultura basata sul mantenimento di ospedali inefficienti per una cultura che guardasse al territorio. Perciò – ha precisato – oggi siamo qui per dare il via alla seconda fase della riorganizzazione del servizio sanitario regionale. Quando si fa rete – ha sottolineato ancora Magno – i risultati si raggiungono. Oggi, con la firma di questa seconda convenzione, ieri abbiamo sottoscritto anche l’atto per la Casa della salute di Chiaravalle Centrale, prende corpo un cambiamento sostanziale della sanità calabrese che vuole dare valore a tutti gli operatori sanitari qualificati che in Calabria sono tantissimi. La prossima settimana – ha annunciato il responsabile del coordinamento Case della salute – firmeremo la convenzione per la struttura di S. Marco Argentano. Poi sarà la volta delle altre cinque previste, su un totale di diciotto Case della salute”.
In Calabria sono stati individuati tre modelli di Case della salute, oltre a Siderno anche a Chiaravalle Centrale e San Marco Argentano. In totale i fondi per le Case della Salute, previsti nel programma ordinario convergenza (poc), ammontano a 67.460.401,00 di euro. Già sottoscritta la convenzione per la struttura di Chiaravalle Centrale finanziata con 8.100.000,00. Per San Marco Argentano è stato predisposto un finanziamento di 8.149.648,89 euro e la firma della convenzione è prevista per la prossima settimana.
I nuovi presidi saranno strutture all’avanguardia anche rispetto all’innovazione tecnologica, con servizi avanzati di telemedicina (teleradiologia, teleconsulto, ecc.) e di controllo a distanza delle attività di assistenza domiciliare integrata. Perciò sono stati stabiliti anche investimenti in tecnologia: 1.362.000,00 euro per Siderno, 1.573.605,00 per Chiaravalle e 1.256.100,00 per S. Marco Argentano.
L’obiettivo delle Case della Salute è di incrementare l’assistenza sul territorio partendo dall’integrazione, puntando su una riorganizzazione collegiale delle cure primarie e promuovendo il coordinamento tra medici di medicina generale, altri professionisti sanitari della sanità pubblica, della salute mentale e con i servizi sociali e con gli specialisti ospedalieri. Sono pensate per essere luoghi di riferimento per la cittadinanza: strutture sanitarie e socio-sanitarie, nuclei di cure primarie, pensate per essere luoghi di riferimento per i cittadini, luogo di accesso unico, diffuso in modo omogeneo in tutta la regione, dove si sviluppi un maggiore coordinamento tra gli operatori sanitari e una più efficace integrazione dei servizi.
La Casa della salute assume la funzione di Hub delle cure primarie e aderisce ad un modello di erogazione e di fruizione dei servizi altamente qualificato e definito, in grado di filtrare l’accesso alle strutture per acuti e di coordinare ed integrare tutti i servizi assistenziali già oggi presenti sul territorio. In particolare è importante sottolineare che si pone come “punto unico di accesso” del cittadino ai servizi sanitari e che, pertanto, sviluppa la gestione di una banca dati sanitaria unica per ogni cittadino. Un importante obiettivo di questo programma è infatti l’attivazione del sistema di “presa in carico” del paziente supportato da una banca dati che raccolga tutti gli interventi, le cure e le necessità di controlli ed esami per ogni utente, accessibile e visionabile dal “case manager” incaricato del coordinamento delle azioni di cura con attenzione particolare alle condizioni di vita del singolo, evitando inutili e costose ripetizioni, spostamenti e ricoveri. Il “punto unico di accesso” e il “case manager” sono quindi i punti qualificanti dell’offerta di servizio che si svolge nelle case della salute.
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