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Esprimiamo profonda preoccupazione e sconcerto per il futuro delle maestranze e dell’intero stabilimento ex-Omeca di Reggio Calabria a causa della firma vincolante per Finmeccanica con la quale s’impegna a vendere il 100% di AnsaldoBreda e il 40% di Ansaldo-Sts al Gruppo Hitachi.
36 milioni di euro verserà il nuovo acquirente per gli stabilimenti di Reggio Calabria, Napoli, Pistoia. La nostra fabbrica sarà stata valutata forse 7 o 8 milioni di euro. Se non si tratta di svendita questa, non sappiamo di che si tratta. Certo, un prezzo così basso è dovuto sicuramente a un debito pregresso del Gruppo AnsaldoBreda, ma chi ha generato quel debito?
Sicuramente non i lavoratori dell’AnsaldoBreda, e men che mai lo stabilimento di Reggio Calabria e le sue maestranze che tanto hanno dato in termini produttivi negli ultimi anni.
Mentre in altri stabilimenti il primo treno della serie veniva fatto uscire dalla fabbrica in pompa magna con fumogeni,laser ed effetti luce e sonori alla presenza dell’Ad Moretti, esponenti del Governo e politici vari, a Reggio Calabria l’uscita del primo Metro-Expo era stata preparata con qualche pianta ordinata dal fioraio vicino e alla presenza del solo Amministratore delegato di AnsaldoBreda Maurizio Manfellotto.
Se poi in seguito tutta l’Italia è venuta a conoscenza che quel gioiello di metropolitana era interamente costruita nella nostra città è stato solo e per esclusivo merito dei lavoratori reggini, e per la loro dignitosa lotta per la rivendicazione del Premio di Produzione 2013, ingiustamente negato e poi parzialmente recuperato dopo giorni di sciopero.
La politica nazionale si era avvicinata alla fabbrica con la visita interessata e attenta dell’ex Ministro Maria Carmela Lanzetta: visita vera e autentica, di una persona degna e perbene a cui và tutta la nostra solidarietà e stima.
La visita lampo successiva del Premier Mattei Renzi con l’AD Mauro Moretti e tutto il corteo politico calabrese e le motivazioni della stessa saranno i calabresi stessi a giudicarla, ma bene ha fatto la FIOM a decidere in quell’occasione a guardare tutto da lontano, con diffidenza, a non lasciarsi andare ai selfie e pronta solo a intervenire in caso di unimprobabile confronto e non del solito monologo e soliti slogan “State sereni e il meglio deve ancora venire!”.
Atteggiamento doveroso quando hai la sensazione forte di essere in presenza di chi ti stà vendendo fumo: fumo che però non proviene da bistecche fiorentine che saziano, ma da carne viva che stà per bruciare, la stessa tua carne e dei tuoi compagni-e di lavoro e nonché concittadini-e.
Quando vendi il 100% di una proprietà non puoi pretendere nulla per il futuro. E ci fa sorridere amaramente la dichiarazione di Delrio che promette garanzie di future commesse. Chi garantirà queste commesse a Reggio Calabria? Finmeccanica che perde il settore ferroviario o il Governo che in venti anni non li ha mai garantite ad AnsaldoBreda?Ora le garantiranno però ai giapponesi dell’Hitachi?
Oggi apprendiamo per certo che Hitachi ha comprato AnsaldoBreda per poter poi acquistare la più appetibile Ansaldo Sts. Che Hitachi si è leggermente sbilanciata per investimenti al Nord. Di Reggio Calabria, della nostra fabbrica e del suo futuro, ad oggi, il silenzio e nessuna certezza se non chiacchere e vaghe e improbabili promesse.
I rappresentanti del Governo dovrebbero vestirsi tutti di sacchi di iuta e cospargersi la testa di cenere per aver perso un così importante settore industriale strategico per il Paese come quello ferroviario, e invece parlano della vendita come qualcosa di trionfale!!!
Il Premier Matteo Renzi e l’Ad Mauro Moretti oramai li conosciamo bene. Rimane solo la politica calabrese, o quel che ne resta. Si potrebbe chiedere una ricapitalizzazione immediata da parte di Finmeccanica della sola fabbrica di Reggio Calabria, con l’emissione di azioni sociali da far acquisire a Regione, Provincia e Comune, perché la fabbrica è proprietà di Finmeccanica e domani forse lo sarà di Hitachi, ma è patrimonio prima di tutto dei calabresi.
Se è vero che Hitachi vuole investire a Reggio Calabria (ancora non lo abbiamo sentito da nessuna parte), non avrebbe motivo di opporsi a una minima quota azionaria per dar voce ai principali attori istituzionali della Calabria in caso di crisi aziendali, ulteriori dismissioni e vendite, o pericoli di livelli occupazionali futuri.
Questo forse potrebbe portare finalmente ad avere un minimo di garanzia sul futuro dello Stabilimento Ex-Omeca, eseppur manifestando la nostra contrarietà totale a questa operazione di cessione in sintonia con la Fiom nazionale, questo è l’appello che ci sentiamo di rivolgere in extremis come territorio alla politica calabrese.
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