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Ecco l’articolo pubblicato nel giornale cartaceo InAspromonte nel mese di novembre:
Un grande successo per il Film su Rai Uno “Lea” andato in onda nei giorni scorsi. Il film, ispirato alla reale storia di Lea Garofalo uccisa brutalmente nel 2009 nei dintorni di Monza, in un agguato organizzato dal suo ex compagno, il boss della ‘ndrangheta Carlo Cosco.
Ed in questa storia drammatica, che ha riguardato una delle storie più tristi della nostra regione, che si è visto tutto il talento cinematografico di uno degli attori facenti parte del tv movie, scritto da Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana. Oltre alla protagonista Vanessa Scalera, nel cast figurano anche Linda Caridi, Mauro Conte, Matilde Piana e soprattutto Alessio Praticò.
Alessio è un giovane di Reggio Calabria di 29 anni che non è nuovo ad esperienze in ambito televisivo e teatrale. Dopo essersi laureato in Architettura nella sua città, si é trasferito a Genova per frequentare la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile. Terminato anche questo percorso di studi, ha avuto il privilegio di iniziare subito a lavorare, portando avanti, e concretizzando sempre più, il sogno avuto fin da bambino: poter fare della sua passione un lavoro: l’attore.
L’abbiamo incontrato per una piacevole chiacchierata cercando di carpire quali siano le sue sensazioni in questo momento particolare della sua vita lavorativa in cui è approdato sul grande schermo.
Sono parole toccanti quelle che fuoriescono dalla sua bocca mista ad uno sguardo attento e serioso. “A metà del marzo scorso ho finito di girare questo film nel quale si racconta di Lea Garofalo, testimone di giustizia assassinata dalla ‘ndrangheta nel 2009 a Milano. Si tratta di una storia che non tutti conoscono, una storia cruda, una storia che era necessario raccontare. –confessa – Per me e per gli altri attori del cast prestarsi da interpreti è stato un onore direi; ci siamo messi al completo servizio dei personaggi, come se dare vita e “luce” a questa triste, poco nota, ma incredibilmente recente e “fresca” vicenda fosse per noi una sorta di missione, da compiere nella maniera più fedele possibile e nel massimo rispetto di coloro che, appena pochi anni fa, hanno realmente vissuto in prima persona questi tragici eventi”.
Una “mission” la sua non proprio facile visto anche il ruolo che ha dovuto interpretare. “Nel film io ricopro il ruolo dell’ex-compagno di Lea, colui che la uccise e ne fece sparire il corpo. – racconta Alessio – Da attore, affrontare un personaggio “negativo” non è mai facile, e non lo è stato nemmeno in questo caso. Fin dall’inizio ho voluto evitare, in accordo con Marco Tullio, di portare avanti i soliti stereotipi sulla figura del “cattivo” o dell’uomo di mafia in genere, impegnandomi a fondo per far emergere una sorta di fragilità umana e anche una debolezza talvolta celata”.
Un lavoro non proprio semplice quello dell’attore soprattutto quando si devono interpretare personaggi realmente vissuti. Un consiglio comunque lo vuole mandare a tutti. “E’ sempre bene ricordare che la cosa importante per un attore – aggiunge – è quella di non giudicare mai il personaggio che interpreta: su qualunque personaggio, infatti, sia esso buono o cattivo, il giudizio spetta al pubblico, se lo vuole dare!”.
Il regista di “Lea” è Marco Tullio Giordana, che molti ricorderanno per aver diretto, tra i tanti film, il famoso “I cento passi”, dedicato alla vita e all’omicidio di Peppino Impastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia. Chiediamo ad Alessio che esperienza è stata lavorare in tv e per di più con Marco Tullio Giordana “Avevo già girato un film nel 2013, “Antonia”, opera prima di Ferdinando Cito Filomarino. Quel film è stato il mio esordio cinematografico, un grande impegno e una bella esperienza, tuttavia avere la possibilità di lavorare – dichiara l’attore – con un regista del calibro di Marco Tullio Giordana è cosa che non capita tutti i giorni. Come non capita tutti i giorni essere il protagonista maschile di un suo film.
Marco Tullio, il grande professionista che ho sempre ammirato fin da quando ero ragazzino, si è rivelato essere anche una persona di grande umanità. Sul set non perdeva occasione di darci consigli o insegnarci quei “trucchi del mestiere” che non ti insegna nessuno, offrendoci spunti e occasioni sempre utili. – continua – Non è scontato che un regista si prenda cura degli attori in questo modo, né che si curi dell’armonia sul set. Ci sentivamo una grande famiglia tra tecnici, attori e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del film. E anche questo non capita molto spesso”.
Gli impegni di Alessio Praticò, comunque, non si fermano qui e lui, nonostante il successo riscontrato, mantiene sempre la semplicità che l’ha sempre contraddistinto. “Al momento sto girando una serie televisiva tra Gioia Tauro e Roma al fianco di Marco Bocci e Peppino Mazzotta (dal titolo “Il giustiziere”, nuova fiction prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi che sarà trasmessa su Canale 5 per un totale di 4 puntate, ndr). – conclude – Poi chissà cosa mi aspetterà. A dire il vero, mi piacerebbe tornare un po’ al teatro. In generale non penso troppo al futuro, o almeno ci provo, cerco di farmi sorprendere. Mi ritengo molto fortunato nel poter fare il lavoro che faccio e, sinceramente, sono convinto che il vero successo sia raggiungere la continuità, ancor più che la visibilità”.
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