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A conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia, nella tarda serata di martedì 24 maggio u.s.,la Squadra Mobile reggina, collaborata dalla Guardia Costiera, ha sottoposto, d’iniziativa, a fermo di indiziato di delitto 2 cittadini extracomunitari di origine egiziana, gravemente indiziati di essere stati al comando di un’imbarcazione sulla quale viaggiavano 229 dei 290 migranti sbarcati al porto di Reggio Calabria nel pomeriggio del 24 maggio, dopo essere stati soccorsi in mare dalla nave della Guardia Costiera italiana“Peluso” al largo delle coste libiche, in acque internazionali.
Ai migranti fermati, entrambi di asserita nazionalità egiziana, la Direzione Distrettuale Antimafia ha contestato i delitti di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendosi associati tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti volti a procurare l’ingresso illegale nel territorio dello Stato Italiano (art. 12, commi 1, 3 lett. a), b) e d), 3 bis e 3 ter del D.lgs. n. 286 del 1998), avvalendosi a tal uopo di mezzi di trasporto terreste e navale, con ripartizione di ruoli e compiti, allo scopo di:
• reclutare soggetti interessati ad entrare illegalmente, via mare, in Italia, dietro pagamento di somme di denaro (corrispettivo del prezzo del viaggio);
• organizzare ed eseguire, unitamente ad altri soggetti, in tutte le fasi, il successivo trasferimento verso l’Italia,attraverso una rete organizzativa costituita da uomini e mezzi di trasporto terrestri, per raggiungere le località di mare di partenza (nord-africane) e navali per effettuare la traversata del Mar Mediterraneo in direzione delle coste italiane;
• assumere -i soggetti stranieri sottoposti a fermo di indiziato di delitto – il ruolo di scafista e/o addetto al governo dell’imbarcazione utilizzata per il trasferimento in Italia degli immigrati clandestini.
Ai due soggetti fermati, sono stati, altresì, contestati i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (artt. 110 c.p. e 12 co. 3 lett. a, b, c e d, co. 3 bis e 3 ter D. Lgs. 286/1998) perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, conducevano dalle coste libiche verso il territorio dello Stato italiano un’imbarcazione a bordo del quale viaggiavano parte dei migranti giunti al porto di Reggio Calabria in occasione dello sbarco predetto, procurando in tal modo l’ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale.
Con le aggravanti, per i soggetti resisi responsabili dei delitti sopra indicati,
-di aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone;
-di aver esposto le persone trasportate a pericolo per la vita o per l’incolumità;
-di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante;
-di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto.
Nello specifico, dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori della Squadra Mobile è emerso che i migranti che erano a bordo di un natante di fortuna, del tipo barcone, dopo aver pagato una somma di denaro agli organizzatori dei viaggi illegali verso le coste italiane, sono partiti dalle coste del citato Paese nord africano, circa 10 giorni fa, viaggiando per diversi giorni e cambiando più imbarcazioni durante la traversata. Il tutto nella totale assenza di dotazioni di bordo per l’emergenza ed a tutela dell’incolumità personale e con insufficiente scorte di cibo ed acqua.
Proseguono, pertanto, le indagini per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici del traffico di esseri umani.
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