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Nella tarda serata dei ieri, al culmine di serrate indagini, la Squadra Mobile, coadiuvata dal personale del locale UPGSP, ha tratto in arresto in flagranza di reato un giovane ventiduenne reggino, resosi responsabile del ferimento, mediante esplosione di un colpo d’arma da fuoco, della ex fidanzata all’interno dell’ascensore condominiale nello stabile di residenza della giovane, nel quartiere Sbarre di questo centro.
La donna è stata ferita al polpaccio sinistro e, dopo le prime cure prestate dal “118”, è stata trasferita presso i locali OO.RR. per gli opportuni accertamenti sanitari.
Sul luogo del delitto, venivano immediatamente avviate dagli investigatori della Squadra Mobiletutte le attività idonee all’individuazione dell’autore dell’insano gesto: le testimonianze raccolte, nel fornire fondamentale contributo alle indagini, delineavano le responsabilità dell’ex fidanzato della giovane donna, la quale confermava che l’autore del ferimento era stato proprio il giovane con il quale aveva intrattenuto una relazione per circa 18 mesi, terminata di recente.
L’uomo, resosi irreperibile subito dopo l’azione delittuosa, è stato oggetto di serrate e incessanti ricerche da parte degli investigatori, appena acquisiti elementi idonei a configurare le sue responsabilità.
Estremamente eloquenti sono state le dichiarazioni assunte dai numerosi testimoni escussi che palesavanola natura non episodica dei litigi tra i due fidanzati e qualificavano il ferimento come l’apice di un’escalation comportamentale persecutoria, orchestrata dal 22enne con comportamenti violenti fin dall’inizio della storia, acuitisi a partire dalla fine della relazione con la giovane ventenne.
Il ragazzo, vistosi braccato da numerose pattuglie, si è presentato poco dopo la mezzanotte in Questura ed è stato tratto in arresto.
L’uomo, durante la sua permanenza in Questura, ha tenuto un comportamento tutt’altro che collaborativo, non fornendo alcuna giustificazione in ordine all’accaduto.
L’arrestato, al termine degli adempimenti di rito, è stato tradotto presso l’istituto penitenziario di Arghillà, a disposizione dell’A.G. competente.
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