Femminicidio di Monasterace, Maoxseddd: “Invece di ringraziarle le ammazziamo”

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Invece di ringraziarle le ammazziamo.
Anziché provare quotidianamente a saldare il debito incalcolabile che abbiamo verso le stesse,e non soltanto per il fatto di essere donne, le “spogliamo” persino della loro vita.

E’ quanto si legge in una nota diffusa da Filomena Falsetta, Responsabile dell’Ufficio Stampa del Maoxseddd – Movimento Associazioni Operatori per la Sicurezza e Difesa Diritti Disabili Onlus in merito al femminicidio di Monasterace.

Mary Cirillo – dichiara Falsetta – aveva scelto di essere donna-moglie, unendo irrevocabilmente il proprio destino a quello di un uomo in un rapporto che avrebbe dovuto essere a servizio della comunione e della vita; aveva scelto di essere donna-madre, facendosi grembo dei propri figli, rappresentando un sostegno della loro crescita e punto di riferimento nel successivo cammino della loro vita; aveva scelto di essere donna-lavoratrice, impegnandosi nella vita sociale ed economica.

Insomma, – conclude – Mary aveva scelto la vita, mai pensando che un giorno qualcuno l’avrebbe condotta al varco della morte, e che, per giunta, quel qualcuno sarebbe stato suo marito e il padre dei suoi figli.
Sulla vicenda interviene il Segretario Generale Nazionale del Maoxseddd Antonello Imbesi.

Con il suo messaggio di perenne attualità – dichiara Imbesi – sgorgante dalla sua rinomata funzione sociale e che fa capo in particolar modo ai suoi Dipartimenti dedicati alla “Violenza contro le donne”, alle “Pari Opportunità” e ai “Servizi Sociali”, il Maoxseddd condanna esplicitamente e con vigore qualsiasi sorta di violenza perpetrata nei confronti delle donne e chiede strumenti legislativi appropriati, destinati alla loro liberazione da ogni forma di sopruso e di dominio.

Ma, un dramma nel dramma – continua Imbesi – riguarda i figli che perdono le madri uccise dai propri padri.
Un figlio, la cui mamma è stata uccisa, per di più dal padre, subisce un trauma irreparabile; è indispensabile, quindi, che oltre agli aspetti giuridici siano messe in campo risorse per la gestione immediata del trauma.
Il Maoxseddd – conclude -, per bocca del suo Dipartimento rivolto alla “Tutela dei Minori” dà voce alle loro sofferenze e risponde alle loro paure, realizzando soprattutto figure professionali che si rivelino effettivamente capaci di intervenire nel reale interesse di questi figli.

A rendere le sue dichiarazioni sulla tragedia è anche Maria Giovanna Ursida, Responsabile Nazionale del “Dipartimento Servizi Sociali – Famiglia – Lavoro” del Maoxseddd, che, nelle varie sedi non ha mancato di rimarcare, alla luce dei drammatici accadimenti di cui è vittima la donna, la necessità di ristabilire gli elementi fondanti ed imprescindibili per la rinascita di un’autentica cultura della vita, che possa essere iniettata nel contesto odierno, oramai contrassegnato da sempre più crescenti e inquietanti scenari di una cultura di morte.

Il nostro impegno – continua Ursida -, dovrà essere quello di ripristinare, nei vari ambiti educativi, comprese le scuole, i punti cardine da assumere come riferimento nella ricostruzione di una nuova civiltà della vita.
La violenza perpetrata sia dentro che fuori le mura domestiche – conclude – potrà essere osteggiata soprattutto mediante il potenziamento dei centri d’ascolto, affinchè possano contribuire a restituire alle donne il pieno rispetto della loro dignità e dell’Istituto della Mediazione Familiare, affinchè possa restituire alla famiglia il suo ruolo di “istituzione sociale”.
Sull’argomento interviene, infine, Mariella Squillace, Responsabile Nazionale del Dipartimento “Violenza” del Maoxseddd.

Per contrastare efficacemente il fenomeno, – dichiara Squillace – è necessario integrare gli interventi repressivi con politiche ed azioni puntuali e coordinate in ambito sociale, educativo, informativo e normativo, promuovendo Campagne di educazione per il rispetto della dignità umana nelle scuole, creando sportelli di mediazione familiare e scolastica per abbassare i conflitti e creare, così, una funzione sociale.

Occorre trasmettere il valore della prevenzione, degli interventi in rete – continua Squillace – attraverso l’istituzione dei centri di Ascolto. La famiglia si conferma al riguardo il luogo più pericoloso: “stando ai dati raccolti nei centri di assistenza, la violenza domestica è la forma più pervasiva di violenza, con un tasso del 78,21% e colpisce donne in tutto il Paese. Il 34,5% delle donne ha segnalato di essere vittima di incidenti violenti. Eppure, solo il 18,2% delle vittime considera la violenza domestica un crimine, mentre per il 36% è un evento normale. Allo stesso modo, stando al rapporto, solo il 26,5% delle donne considera lo stupro o il tentato stupro un crimine”.

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