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Nel corso dell’attività di prevenzione e repressione dei reati della Polizia Ferroviaria di Villa San Giovanni, durante alcuni mirati servizi di controllo, ultimamente predisposti per arginare il fenomeno dei così detti furti di “oro rosso”, agenti della locale Sezione Polfer, coordinati dal Comandante Reggente Sov.te Capo COVELLO Francesco, hanno denunciato alla competente A.G. in stato di libertà, cinque soggetti colti in flagranza di reato di furto aggravato di rame nei pressi della stazione ferroviaria di Favazzina di Scilla.
Nella tarda sera del 16 febbraio decorso gli operatori dipendenti, ricevuta la segnalazione di anomalia ai circuiti elettrici della linea ferrata nei pressi della stazione di Favazzina, attesa la specifica e competente esperienza, si insospettivano oltremodo ipotizzando un possibile furto di rame pertanto, prontamente, si portavano sul posto con tutte le unità possibili. Giunti in prossimità della linea ferrata interessata all’anomalia tecnica, precisamente nell’adiacente strada statale che costeggia i binari stessi, gli agenti intercettavano un’autovettura ferma in prossimità dei binari con a bordo due ragazzi, M.A classe 1990 e G.M classe 1988 entrambi di Bagnara Calabra, i quali si presentavano con gli indumenti intrisi oltremisura di fango ed altresì, all’interno della vettura, venivano rinvenuti tre giubbotti da uomo di cui i due ragazzi non sapevano darne spiegazione. Contestualmente, tramite contatti con personale FS tecnico intervenuti sulla linea ferrata, gli agenti appuravano quanto presupposto poco prima ovvero che fosse stato perpetrato un furto di cavi di rame.
Accertata tale notizia e atteso l’atteggiamento palesemente nervoso dei due soggetti, gli operatori bloccavano gli stessi mentre una seconda pattuglia procedeva a perlustrare la zona. Tale minuziosa attività non tardava a produrre i suoi frutti tanto che si rinvenivano, celati nell’erba alta adiacente l’autovettura, dei cavi di rame tranciati dai circuiti elettrici dei binari nonché una sega ed una cesoia, presumibilmente utilizzati, così come prevede il “modus operandi” di queste tipologie di furti, per il taglio delle “trecce” di rame depositato.
Ciò posto, nelle more dell’accaduto gli operatori, valutando attentamente il contesto operativo, ritenevano che altri soggetti avessero collaborato e difatti, poco dopo, intercettavano tre individui, intrisi di fango, sudati e privi di giubbotto, nonostante la bassa temperatura, che si dirigevano inequivocabilmente verso il luogo ove era stato riposto il rame illecitamente asportato. I tre soggetti, A.A. classe 1994 ed i fratelli C.R e C.D. entrambi classe 1994, tutti di Bagnara Calabra, su specifica richiesta degli agenti, oltre a dichiarare che i giubbotti all’interno dell’auto erano di loro proprietà non riuscivano a dare spiegazione circa la loro presenza e le loro condizioni tanto da avvalorare il sospetto, sebbene le schiaccianti prove a loro carico erano già sufficienti, di essere gli autori del furto.
Pertanto, ultimati gli adempimenti di rito, i cinque giovani venivano deferiti all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, per il furto aggravato in concorso del rame il cui valore di mercato, successivamente accertato in sede di denuncia, si aggirava sui 250,00 euro.
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