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Carlo Stagnaro, tra i primi firmatari del Manifesto di Fermare il Declino, voluto da Oscar Giannino e pubblicato nel mese di luglio su tutti i quotidiani nazionali, ha incontrato ieri mattina il comitato reggino del partito Fare per Fermare il Declino. «La nascita del Movimento Fermare il Declino – ha commentato Stagnaro – si deve un po’ al caso un po’ alla disperazione.
Abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo anni e anni in cui le risorse pubbliche sono dilapidate improduttivamente, generando sempre più debito e che crea sempre maggiore pressione fiscale. Il peso fiscale incide maggiormente sulle risorse umane del paese e dell’impresa (basti pensare alla recente introduzione del redditometro). Io e gli altri fondatori del movimento abbiamo deciso di farci promotori di un cambiamento di persone e di idee – ha continuato – tenuto conto che le persone e le idee che hanno amministrato in questi anni hanno fallito. Da questo spunto è nato il manifesto, che ha avuto fin da subito un successo inaspettato con decine di migliaia di aderenti e attivisti che hanno misurato la loro forza con la raccolta delle firme per le candidature che è avvenuta senza troppa sofferenza.
Fermare il declino è un movimento in cui i promotori, i coordinatori svolgono una loro professione, per cui la politica è sussidiaria, è puro impegno, anche perché il movimento si è dato una regola, tra le tante, ben precisa: ogni eletto ha un limite di 2 mandati». Stagnaro ha elencato anche e le direttive e entro cui si muove Fare per fermare il declino: un forte intervento su finanza pubblica, tagliando le spese per tagliare le tasse, interventi per l’abolizione totale dell’Irap nell’arco di un quinquennio, per successivamente intervenire sull’IRPEF. «Lo scopo principale di questi interventi, soprattutto in una realtà come il Mezzogiorno d’Italia – ha sottolineato Stagnaro – è evitare la mortalità delle imprese, ridurre la disoccupazione che è ormai del 11%, favorire la partecipazione femminile al mondo del lavoro.
Importante è una riforma della PA, settore nel quale resta fondamentale riconoscere il merito, anche in settori come l’amministrazione giudiziaria e, nello stesso tempo, prevedere dei meccanismi sanzionatori ove il comportamento degli appartenenti alla PA fosse illegittimo. Grande problema del nostro Paese – ha aggiunto è la liberalizzazione: ciò che ci manca è concorrenza in settori chiave dell’economia (esempio trasporti pubblici), che se liberalizzati possono liberare risorse e creare ricchezza.Infine, come effetto combinato delle proposte, una crescita economica duratura nel tempo, una giustizia e una pubblica amministrazione efficaci e efficienti si minimizza l’impatto della corruzione del malaffare nella vita sociale di ciascuno di noi».
«Per il nostro movimento è stato costruttivo iniziare a diffondere le idee del partito con la viva voce di uno dei fondatori – ha dichiarato il Coordinatore di Fare per Fermare il Declino di Reggio Calabria – Giuseppe Branca. La presenza di Stagnaro testimonia la vicinanza ai problemi e alle difficoltà del mezzogiorno d’Italia. L’incontro, inoltre, è da apripista a quelli che seguiranno in Calabria e Sicilia con Oscar Giannino e Sandro Brusco. In attesa della presentazione dei candidati reggini che si svolgerà il prossimo 5 febbraio».
Oltre a Branca, ieri erano presenti all’incontro i Coordinatori Regionali Giuseppe Naim e Franco Perrelli, i candidati Marcello Altomonte (Senato) Francesco Minicucci e Giancarlo Sudano (Camera), oltre che Ruggero Aricò, candidato alla Camera per la Sicilia.
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