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«Basta far passere invano ulteriore tempo. Col lavoro, che è dignità e sostentamento personale e familiare, non si può scherzare. Soprattutto davanti ad una procedura di licenziamento per i lavoratori del bar degli Ospedali Riuniti. Considerato che i nostri reiterati appelli all’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” sono rimasti inascoltati, invochiamo l’intervento della Prefettura come soggetto garante in un apposito tavolo tecnico utile a mantenere la continuità occupazionale, alla quale abbiamo già inoltrato una richiesta di essere ascoltati».
La segretaria provinciale della Uiltucs Sabrina De Stefano interviene così sulla vertenza riguardante gli ex dipendenti della “Alampi Carmela”, ditta oggetto di un provvedimento interdittivo antimafia prefettizio ed anche titolare del locale “Sireneuse” che ha abbassato la saracinesca insieme al punto ristoro del nosocomio reggino.
«Sia dovesse arrivare una nuova azienda in seguito ad un nuovo bando, sia dovesse subentrare la seconda arrivata alla precedente gara, il nostro unico obiettivo è la tutela degli interessi dei lavoratori: non importa quale sarà l’azienda, ma che chi fino a ieri portava uno stipendio a casa possa continuare a farlo anche domani. Quindi ci siamo rivolti alla Prefettura affinché convochi l’Azienda Ospedaliera ad un tavolo tecnico aperto al Comune per capire come fare a garantire la continuità occupazionale di persone esperte, già formate e che hanno sempre dimostrato di lavorare con professionalità, formanti un “bacino” già pronto dal quale attingere appena il bar dell’ospedale dovesse riaprire i battenti. Quindi confidiamo nella consueta sensibilità dell’Ufficio territoriale del Governo. Si faccia presto, sia per capire il loro futuro e quello delle loro famiglie, sia per riattivare un servizio indispensabile per chi vive quotidianamente l’ospedale con un carico di dolori, fatica e pensieri» afferma la sindacalista.
«Plaudiamo la mozione unanimemente approvata dal Civico consesso lo scorso 30 agosto e trasmessa al Governo ed all’Ance, nella quale si è ribadita l’importanza della tutela dei livelli occupazionali delle ditte interdette e si è proposto di rivedere la relativa normativa e di estendere l’applicazione della misura della gestione straordinaria e temporanea anche ai casi non espressi tassativamente dalla legge. Nell’attesa che ci si muova qualcosa a livello romano, chiediamo un confronto – prosegue la responsabile del comparto turismo, commercio e servizi della Uil – legalità e lavoro formano un binomio imprescindibile per la nostra terra. Sosteniamo la Prefettura e ogni altra istituzione che ogni giorno si batte contro la ndrangheta, ma allo stesso tempo chiediamo che venga salvaguardata l’occupazione dei lavoratori delle aziende interdette».
«La delusione per il licenziamento e la preoccupazione per il futuro stanno tormentando gli animi di chi lavorava al bar degli Ospedali Riuniti. Il 7 novembre scenderemo in piazza davanti alla Prefettura per dimostrare pacatamente ed allo stesso tempo risolutamente il grido disperato dei lavoratori. Ma, come sempre, sindacato e lavoratori sono pronti al dialogo. Attendiamo fiduciosi una risposta prima di quella data, in ogni caso restiamo vigili» è la conclusione della De Stefano.
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