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“Pensando meridiano” ha presentato il proprio manifesto per Saline Joniche. L’ha fatto ieri pomeriggio in occasione della seconda giornata della manifestazione “ErgoSud”.
Un manifesto, che si caratterizza per un futuro riguardoso di ambiente e salute, valorizzante l’identità territoriale e finalizzato allo sviluppo socio-economico-occupazionale, che concretamente, attraverso analisi del passato e progetti per in prospettiva, illustra le ragioni del “qui”.
«I luoghi hanno un “qui” che va rispettato. Quello di Saline non lo è stato perché sono state lasciate macerie ed inquinamento. Noi, considerato che “pensiamo meridiano”, abbiamo una posizione che è ovvia e che non ha bisogno di essere dichiarata» ha affermato l’ideatrice di “ErgoSud” Consuelo Nava prima della proiezione del video Wwf “Riutilizziamo l’Italia” su Saline. «Saline è uno scempio, un disastro. La struttura industriale della Liquichimica mai entrata in funzione ha lasciato macerie e rovinato un luogo di pregio. Perché attività come quelle del sale, del bergamotto e del gelsomino sono state abbandonate?
Le soluzioni di “Pensando meridiano” sono dall’impatto forte, ma sostenibile a livello ambientale, paesaggistico e sociale» è stato un passaggio dell’introduzione di Valentina Palco, mentre «il progetto della Sei non è positivo. A Vado ligure c’è una centrale. È vero, lì il pil è aumentato, ma per l’incremento della spesa per i farmaci oncologici. Noi guardiamo al futuro in modo diverso pensando al rispetto e la valorizzazione del territorio e al benessere della sua comunità» un altro di quella di Francesco Zangara.
I due esponenti di “Pensando meridiano” hanno mostrato immagini e dati di studi su cosa è Saline e, soprattutto, su cosa potrebbe essere, sempre seguendo la prospettiva indicata nel manifesto. Quindi, hanno lanciato alcuni progetti per Saline elaborati in tesi di laurea, cioè quello del “bambuseto”, una piantagione di bambù dalla velocità di produzione elevata e da un notevole guadagno annuo per ettaro di 75mila euro; del “laboratorio d’arte” con annesso monumento rievocativo, un sito d’attrazione per la creatività; dei “parchi sostenibili”, come quello solare e quello bioparco; dell”ecomuseo”, piantagioni autoctone di bergamotto, agrumi, uliveti, gelsomini funzionali alla filiera agricola corta. «Non bisogna creare contrasto fra le ragioni del lavoro, della salute, dell’ambiente e del paesaggio.
Il territorio è un bene culturale e un patrimonio collettivo che ha a che fare con i diritti costituzionali e la vita della popolazione e delle generazioni future. Per noi Saline è un progetto che fa parte di un programma, cioè quello della Città metropolitana della quale la immaginiamo porta sostenibile» ha rilanciato la Nava. Temi, questi, ripresi da Nuccio Barillà (Legambiente), Francesca Panuccio e Francesco Manti (Comitato no carbone) e Salvatore Mafrici (sindaco di Condofuri). Prima del seminario su Saline, il “Social open space, la rete meridiana dei progetti”, un proficuo confronto fra Angelo Marra (Confindustria giovani), Daniele Perrone (Coldiretti giovani), Piero Polimeni (Polo net), “Pensando meridiano” e i giovani partecipanti ad “ErgoSud”.
Nel corso dell’incontro sono venuti fuori concetti come la sinergia in rete per concretizzare idee e lo sviluppo legato all’identità del territorio. Quindi, “dritte” come lo sportello di Confindustria “ImprendiReggio”ed esperienze positive come l’eccellenza mondiale del sistema di risparmio energetico per server realizzata a Cosenza.
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