Emergenza rifiuti, presa di posizione del Comitato Civico “Pro Condofuri”

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situazione rifiuti
situazione rifiuti

Se vi è solo una probabilità che questa estate passi agli annali della storia è comunque una certezza che rimanga  impressa nella mente di molti calabresi della provincia reggina e di tutti coloro che vi si siano trovati anche solo occasionalmente: a memoria d’uomo, in questi luoghi mai si è avuta la poco gradita possibilità di assistere all’indecoroso spettacolo offerto da cassonetti straripanti inizialmente, e circondati in fase successiva, di rifiuti maleodoranti; come tutte le cose spiacevoli si è sempre pensato che “a noi” simile destino mai sarebbe toccato, invece….

Non stanno di certo lasciando un buon ricordo di sè i paesi del litorale ionico reggino al turista occasionale così come al turista consolidato che per l’ennesimo anno ha deciso di trascorrere le sue vacanze sulle coste del bergamotto e del gelsomino: le strade invase da cumuli di spazzatura sono diventate impercorribili finanche a piedi poiché, dove non viene preclusa a priori la transitabilità subentra la paura di contrarre infezioni e malattie in genere o il timore di diventare vittima di parassiti o di gatti randagi che banchettano quotidianamente permettendosi anche il lusso di poter scegliere il menù considerata l’abbondanza dell’offerta e comunque ancor prima di giungere ad affrontare tali insidie è già di per se una prova non indifferente l’impatto visivo con le colline di rifiuti e con i miasmi che queste esalano.

La  situazione estrema venutasi a costituire nel comprensorio ed in tutti i centri interessati non conosce precedenti neppure quando, dai quattro ai cinque lustri fa, si poteva parlare di turismo che faceva arrivare sulle spiagge ioniche migliaia di vacanzieri che poi, nelle calde serate agostane, gremivano strade e lungomari tanto da farli apparire come perenni percorsi di infinite processioni, tempi in cui il benessere o comunque la stabilità economica consentivano a chiunque di trascorrere un più o meno lungo periodo di meritato riposo, nella terra natìa abbandonata in cerca di lavoro, in compagnia di parenti ed amici.

In ogni caso, il numero degli abitanti aumentava in modo vertiginoso eppure non si è mai verificato che il sistema della raccolta dei rifiuti arrivasse al collasso come avvenuto in questa “estate strana”, tanto per riprendere il titolo di una canzone di recente pubblicazione; mai in passato, salvo sporadici casi, dovuti ad inconvenienti di carattere tecnico in breve tempo risolti, comuni come Bova Marina, Condofuri, Melito Porto Salvo, Palizzi, Locri e così via si sono trovati in simili pietose e maleodoranti condizioni e per così lunghi periodi.

Salvatore Tuscano
Salvatore Tuscano

Quanto stanno vivendo gli abitanti di questi ed altri paesi erano solo tristi esperienze riservate ai napoletani o agli appartenenti a qualche altra cittadina, comunque sufficientemente distante dalle assolate terre dell’estremo meridione d’Italia ma evidentemente qualcosa non è andata per il verso giusto, qualche meccanismo si è inceppato e la maledizione ha colpito anche i discendenti dei coloni greci delle estreme propaggini della penisola; quando, ancora in primavera, il problema cominciava a manifestarsi pochi hanno preso posizione, lasciandosi sopraffare dall’ottimismo e dalla convinzione che una soluzione si sarebbe trovata in tempi brevi e comunque in tempi tali da consentire un regolare avvio e una serena evoluzione della stagione estiva ma così non è stato.

In un continuo rimpallo di responsabilità è trascorsa un’intera estate e nonostante l’impegno delle varie Amministrazioni Comunali e dei Commissari prefettizi, dove presenti, la mancata raccolta dei rifiuti solidi urbani è stata quasi una costante come una costante è stata la motivazione addotta per giustificare il disservizio: la discarica di conferimento dei rifiuti stessi.

Si è parlato di  inadeguatezza, raggiungimento dei livelli massimi consentiti, diatribe tra comuni limitrofi dovute al fatto che un ente si accorge, dopo tanto tempo, che parte della discarica, fino ad allora considerata insistente solo nel comune di Casignana, ricada anche sul proprio territorio pretendendone pertanto  parte degli oneri riscossi, e via dicendo senza che, in ogni caso, il cittadino abbia mai avuto contezza della reale motivazione che  abbia determinato la forzata convivenza con le discariche a cielo aperto disseminate per le strade e chi ha mal tollerato questa situazione, ha pensato bene, ergendosi a panacea di tutti i mali, di ripulire a modo suo le strade, appiccando il fuoco e gongolando di fronte ai bagliori delle fiamme ed alle colonne di fumo nero supponendo di avere raggiunto, con il minimo impegno, il duplice scopo  della pulizia attirando allo stesso tempo l’attenzione, ignorando però di essere stato l’artefice di danni ancora maggiori poiché gli effetti della diossina e delle altre sostanze tossiche sviluppate dai roghi di cumuli di spazzatura sono a dir poco devastanti.

Ed in tutto questo probabilmente, a detta di occhi indiscreti, c’è stato anche spazio per la speculazione in cui,  appartenenti ad associazioni di pseudo-volontariato, d’iniziativa personale o su commissione non è dato saperlo, si sono fatti carico di dare vita a taluni roghi in modo tale da darsi, in breve tempo, la possibilità di intervenire in grande stile ed eroicamente per lo spegnimento: l’unico dubbio che spontaneamente sorge è quello riguardante la possibilità che dette associazioni di volontariato, in tali casi, possano percepire di volta in volta, dagli Enti sul cui territorio si trovano ad operare, compensi per i servigi prestati.

Si è anche assistito, come estrema soluzione ed in via straordinaria, qualcosa di simile alle c.d. “somme urgenze”,  all’intervento di ditte per la raccolta dei rifiuti diverse da quelle aggiudicatarie delle gare d’appalto o comunque regolarmente incaricate per il servizio: un plauso per l’intervento, che in alcuni casi ha permesso di ripulire in una sola notte interi paesi, riportandoli al lustro, ma non ci si può esimere allo stesso tempo da una critica in quanto tali provvedimenti straordinari ed occasionali non determinano sicuramente la soluzione del problema che, puntuale si ripresenta nel giro di qualche giorno, considerato anche l’aumento della popolazione per via dei turisti, a meno che l’intento non sia quello di gettare fumo negli occhi in attesa che l’estate passi nella logica del “tira a campare” .

Ed allora, se in Campania, come affermato dalla maggior parte della gente e da molte tra le più autorevoli voci del giornalismo e delle istituzioni, il problema rifiuti è da ricollegare alla camorra, non è che per caso,  gli analoghi disagi della provincia reggina siano da addebitare a simili forme di malaffare?

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Author: Cristina

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