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Riceviamo e pubblichiamo:
Non si comprende come mai tanto scalpore intorno alla insostenibilità dell’emergenza rifiuti nella regione Calabria, quando per anni non si è fatto nulla, si è pensato ad altro, sebbene fosse a tutti noto lo scenario che si stava profilando per le strade cittadine richiamasse alla memoria il triste spettacolo della citta di Napoli sommersa dalla spazzatura. L’emergenza rifiuti interessa tutta la Regione Calabria ed è molto più grave di quella di Napoli.
Le discariche sono colme e non possono ricevere più rifiuti e con tutta la buona volontà del Commissario per l’emergenza rifiuti non si comprende come l’emergenza possa rientrare in breve tempo nella normalità. Quand’anche avvenisse ci si chiede come si intenderebbe risolvere il problema se non si fa una programmazione seria negli anni.
Bisogna puntare sul compostaggio sulla differenziata, sul porta a porta visto che le discariche sono colme e comunque non si può pensare di riempire il territorio della Calabria di discariche. Ma per fare ciò prima di tutto ci vuole la volontà che manca negli Organi di governo locale. E poi uscire da un sistema che ha divorato ingenti risorse finanziarie della collettività. Tant’è che gli investimenti erogati in questi ultimi 15 anni di emergenza sono finiti con un “nulla di fatto”.
Anzi sprecati, come nel caso “compost”, un prodotto della filiera dei rifiuti, che potrebbe essere utilizzato come fertilizzante, ma quello che viene dagli impianti calabresi è di pessima qualità e finisce in discarica come tutto il resto dei rifiuti. Anche la raccolta differenziata si è rivela un “bluff” . E’ inutile che i cittadini separano la frazione umida dei rifiuti nella raccolta differenziata se poi finisce tutto in discarica.
Non bisogna dimenticare che il Governo Nazionale senza tenere conto che la Calabria era una regione in emergenza ambientale da quindici anni con provvedimento scandaloso ha deciso di spostare la spazzatura dalla Campania in Calabria, adesso è giunto il momento che si si provveda a far spostare altrove la spazzatura della Calabria. Questa gravissima situazione igienico sanitaria mina la salute dei cittadini e infrange i diritti inviolabili dell’uomo tutelati da alcune norme della Costituzione Italiana, credo non sia necessario interessare formalmente la locale Procura della Repubblica per fare chiarezza sulla situazione creatasi, atteso sussistono, a mio avviso, i presupposti acchè l’Autorità Giudiziaria proceda d’ufficio.
In conclusione senza andare tanto per le lunghe ritengo che ognuno di noi debba riconoscere le proprie responsabilità, non aspettarsi che siano sempre gli altri a risolvere i nostri problemi o interessarsi del mondo che ci circonda soltanto dopo che si verificano gli eventi. Ormai è tardi e paghiamo le conseguenze. E’ giunto il momento di prendere in mano il nostro futuro pretendere una maggiore responsabilità da parte di chi ci governa, esigere che l’amministratore pubblico renda conto ai cittadini in modo chiaro e trasparente sulle attività svolte e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Non si comprende come mai l’ufficio del Commissario per l’emergenza rifiuti vanta grossissimi crediti con le amministrazioni comunali. L’emergenza rifiuti in Calabria, soprattutto nella provincia reggina, ha suscitato vasta eco tra gli Organi d’informazione, tuttavia assistiamo soltanto ad un fiume di parole riportate che non dicono nulla di nuovo. La Calabria deve uscire non solo dall’emergenza R.S.U ma anche dall’emergenza depurazione. Non dobbiamo aspettare che arrivi l’estate per interessarci dell’inquinamento prodotto dai depuratori comunali e delle cospicue risorse erogate per la messa a norma degli impianti i cui lavori ancora non vedono inizio. L’inquinamento non è un frutto di stagione.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
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