Questo post é stato letto 21650 volte!
Accogliere i migranti è un costo di democrazia che intendiamo sostenere con forza, tanto che a Strasburgo nel mese di marzo ho proposto iniziative sul dialogo interreligioso. L’amico sindaco Walter Scerbo, a cui va la mia profonda stima, sta pagando con insulti e minacce la scelta di essere un degno rappresentante dei cittadini. Ma, malgrado questa alta “democrazia italiana”, la gente non va più a votare. Lo conferma il referendum di ieri che ha registrato una partecipazione inferiore a un cittadino su tre. Lo conferma il taglio dei rappresentanti politici delle Province, il fallimento delle associazioni degli Enti Locali, l’abolizione delle Circoscrizioni di decentramento amministrativo.
La democrazia, quella che lega il cittadino al proprio rappresentante, è fallita in Italia; la violazione della Carta Europea della Democrazia Locale non interessa più nessuno.
Molti hanno parlato di modifica costituzionale come un toccasana, una opportunità di crescita, un risparmio per il paese. Eppure i costi della democrazia crescono: vedi gli investimenti per i migranti, le elezioni di secondo livello, le operazioni “di pace” internazionali, l’acquisto di nuovi armamenti.
Nelle prossime tornate elettorali voterà un cittadino su due e i rappresentanti saranno nominati non dai partiti ma dalle lobby di potere, banche, imprese, associazioni più o meno riconosciute e segrete. Non mi sembra una grande conquista di civiltà. Da osservatore per le elezioni dell’OCSE ho criticato ad ottobre in Ucraina la lista unica senza indicazione dei candidati, ma il nostro sistema sta andando verso lo sfascio completo. Sono davvero preoccupato per le ripercussioni in termini di governance che è sempre più “succube” della macchina burocratica, come dimostrano le recenti modifiche costituzionali volute dagli alti burocrati dello Stato che hanno già fatto ingenti danni al paese con il governo Monti.
Da domani mi preoccuperò di aiutare i Comuni a costruire le liste per le prossime elezioni del Consiglio Metropolitano e il Sindaco e i consiglieri comunali del comune di Reggio Calabria a dividere la “Grande Reggio” in Municipi al fine di consentire un governo del territorio partecipato ed una maggiore presenza di rappresentanti politici.
I consiglieri e i sindaci non sono un “peso” democratico, sono invece una “ricchezza” in termini di lavoro, di controllo del territorio e di idee. Per questo sarò contro l’accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, perché sono realtà eccezionali di umanità, storia e democrazia. Siamo davvero ipocriti se continuassimo a perseguire questa strada, perché dopo ogni caduta di regime, sia fascista, comunista o islamico, proponiamo sempre la via delle elezioni e denunciamo brogli chiedendo trasparenza ma non ci accorgiamo che a casa nostra abbiamo tolto il diritto di scelta ai nostri concittadini, abbiamo trasformato le tornate elettorali in uno spreco di danaro pubblico, abbiamo usato la peggiore demagogia dal dopoguerra ad oggi.
L’errore più grande di Silvio Berlusconi è stato quello di paragonare lo Stato (patria, madre, unione di persone diverse, società civile) ad una azienda. Lo stato non deve trarre profitti o chiudere i bilanci in pareggio (fiscal compact), lo stato deve assicurare il benessere e la “felicità” dei suoi cittadini, e questo l’Italia non lo fa più da oltre vent’anni.
Antonio Eroi
Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria
Questo post é stato letto 21650 volte!