Eduardo Lamberti Castronuovo: “Perché insorge Riferimenti?”

Eduardo Lamberti Castronuovo

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Eduardo Lamberti Castronuovo
Eduardo Lamberti Castronuovo

Ci sono molti che trovano nella polemica la loro stessa prova di esistenza in vita.  A tutti i costi devono farla e quando non trovano il loro bersaglio disponibile, scadono nel ridicolo, nel negazionismo e nel livore. Rasentano la diffamazione o almeno la tentano. Insinuano il dubbio.

Non ho risposto ai gratuiti attacchi di Riferimenti, peraltro non firmati dal Presidente (sic!) perché non concepisco che chi dovrebbe essere difensore della democrazia, disconosca quanto recita l’art.21 della nostra Costituzione in materia di libertà di espressione delle proprie opinioni. Da cittadino o da amministratore, la cosa non cambia.

Io ho espresso, e la ribadisco,  la mia opinione in merito alla gestione non dell’antimafia istituzionale, verso la quale nutro il più profondo rispetto nei fatti e non a parole, ma di quel proliferare di un certo “professionismo dell’antimafia” che sperpera risorse pubbliche. Prima e più autorevolmente di me, questi concetti sono stati espressi da personaggi come Leonardo Sciascia o, più recentemente dal Giudice Boccassini.

Ma vi è di più. Quanto ho esternato con coraggio e determinazione, è ciò che moltissimi pensano, ma non osano dire! Non ho scheletri nell’armadio e la mia stessa vita, professionale, sociale e politica, peraltro molto nota alla sig.ra Musella, è la testimonianza diretta ed inconfutabile di chi io sia.

Il maldestro tentativo di infangarmi attraverso la retorica domanda ,rivoltami attraverso certa stampa (ma quando si finirà di scambiare i giornali per una buca delle lettere?)di come mi sia “salvato” dalle aggressioni della ndrangheta, la dice lunga sullo spessore di chi l’ha scritto. Quello (quelli?) stesso che mi ha dato per defunto (godo ottima salute) dandomi del “de cuius” senza nemmeno sapere cio’ che scriveva. Ebbene a costoro ( costui, costei) rispondo senza mezzi termini di vergognarsi.

Non è cercando di gettare discredito sulla gente perbene di questa città che si combatte la mafia. Io l’ho fatto esponendomi in prima persona e rivolgendomi alla sola cosa in cui credo: le forze dell’ordine, le istituzioni. Estorsioni, bombe nel mio istituto, incendi  alla rete televisiva, ponti ripetitori abbattuti, cos’altro si auguravano i “giovani di riferimenti”  che mi facesse la ndrangheta?  Con quale spudorata protervia si avventurano in una operazione di discredito infelice ed al tempo stesso dal sapore non certo anti mafioso?

Tutto questo perché? Perché evidentemente ho toccato, con le mie dichiarazioni qualche simulacro che non avrei dovuto neppure sfiorare ?  Ho affermato che non credo sia accettabile pensare di organizzare con soldi pubblici settimane bianche antindrangheta. Per di più non in terra Calabra, magari a Gambarie, dove potrebbe avere un certo senso, ma in Trentino o altrove. Non ho mai fatto cenno a questa organizzazione o a quella. Era un discorso aspecifico peraltro su indicazioni  riportatemi da gente indignata. E’ un libero pensiero di un Amministratore.

A questo punto, mi chiedo. Perché insorge Riferimenti?   Delle due l’una. O l’associazione inviperita ha organizzato la settimana con fondi privati, ed in questo auspicabile caso, non si vede la ragione di pubblicizzarla come evento antindrangheta o, se ha ritenuto di farla rientrare nelle attività che godono di eventuali contribuzioni, è stata informata sul non gradimento dell’Amministrazione.  Nessun intento  offensivo, dunque.  Dov’e?

In uno con la Giunta, critico democraticamente la professionalizzazione e la spettacolarizzazione dell’antimafia. Nel tempo abbiamo assistito a contribuzioni pubbliche, non sempre equamente distribuite, ad associazioni private che, se pur operano all’insegna dell’antindrangheta, usufruiscono di fondi senza il dovere di rendicontare. Ciò comporta una vera e propria elusione da leggi e regolamenti che impongono il controllo della spesa pubblica.

Per non favorire ulteriori strumentalizzazioni chiarisco alla gente, a quella che mi conosce e stima come medico, come politico  ma soprattutto come persona, quale è il mio pensiero in merito alla difesa della legalità.

Ritengo, ma sono sempre pronto al confronto sereno, che la difesa di essa parta dalla diffusione della cultura del bello. Dalla conoscenza di quanto la nostra terra sia generosa. Dall’aggregazione positiva. Certamente con il giusto coinvolgimento dei giovani, che non vanno però trattati come truppe cammellate da portare di qua e di là, ad assistere a convegni , da loro stessi definiti, recentemente, troppo tecnici e quindi incomprensibili. No alle passerelle significa quello che gran parte della popolazione intende. Non c’e’ da fare nomi di questo o quel magistrato, che si produce in queste attività . Basta lasciare la gente libera di esprimersi nel merito e giudicare di volta in volta. Di persona in persona. Non è più tollerabile, a mio avviso, che di ogni processo si faccia un libro. Di ogni indagine uno show televisivo. I processi si svolgano nella loro naturale sede. Il Tribunale.

Da questi concetti a dire che io sia contro l’antimafia e contro la Magistratura, ce ne corre. L’antimafia istituzionale l’abbiamo: sono i Pubblici Ministeri, le Forze dell’Ordine. Il resto è corollario che se è onlus è gradito e valido, se comporta spese effimere, diviene un peso per la società. E i soldi pubblici sono della società, appunto. E vanni spesi bene. Questo rientra nei compiti assegnatimi dal Presidente della Provincia ma ancor prima dalla mia coscienza .

Non mi sogno neppure di delegittimare l’azione di chicchessia, soprattutto se indirizzata al bene comune, ma non vendo per nessuna cosa al mondo la mia, e l’altrui libertà, di esprimersi .

Ma alcuni quesiti affollano la mia mente: se la lotta alla ndrangheta è univoca perché il proliferare di associazioni alle quali la parte pubblica ha dato molte risorse liquide e strutturali ,contrariamente a quanto ha fatto con altre ,alle quali non ha elargito nulla? Quali debbono essere le caratteristiche per essere in cima agli elenchi dei contributi pubblici? Cosa è lecito spendere? La giusta autonomia di queste associazioni non stride con l’impossibilità di spendere pubbliche risorse, se non secondo criteri molto rigidi?

Questi saranno i temi che affronterà, tra gli altri, la consulta della Legalità che, di conserva con la terza Commissione Consiliare della Provincia, sarà nel prossimo consiglio, varata.

Questa è democrazia partecipata, non quella che accetta, apoditticamente,  scelte private su temi pubblici.

Eduardo Lamberti-Castronuovo

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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