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“In una regione che ha la più potente organizzazione criminale del mondo, di tribunali e presidi di forze dell’Ordine se ne dovrebbero fare di nuovi, non sopprimerli”.
Lo afferma il delegato ai rapporti con le comunità regionali di Roma Capitale, on. Domenico Naccari, che si associa “a quanti hanno protestato oggi a Roma per impedire la chiusura del tribunale di Castrovillari”, in provincia di Cosenza. “La macchina della Giustizia nel nostro Paese – aggiunge il delegato di Alemanno – sconta enormi ritardi in termini di ammodernamento. I tempi dei processi sono bibblici e non per colpa di magistrati o avvocati ma per l’asfissiante labirinto burocratico in cui si è costretti a operare.
Occorre snellire le leggi, usare le nuove tecnologie e, come chiedono i magistrati in prima linea contro la mafia, rivisitare il codice penale. Questo spetta al parlamento farlo e auspichiamo che vi sia la giusta considerazione in questa direzione. Ciò che chiede la comunità calabrese, insieme alle altre del Mezzogiorno, è un potenziamento delle reti giudiziarie, non la chiusura di quei pochi presidi di legalità esistenti.
Servono maggiori risorse, più magistrati e forze dell’Ordine. Non è pensabile contrastare la ‘ndrangheta senza carta per i processi e senza il carburante per le auto dei giudici. Pensare di eliminare il problema sopprimendo i tribunali è veramente assurdo. Non vorremmo – conclude l’on. Naccari – che ci sia qualcuno in futuro che ipotizzi la soppressione delle Facoltà di Giurisprudenza per via della disoccupazione tra i giovani”.
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