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Dissesto Comune Motta S. Giovanni: interviene il consigliere di Minoranza del gruppo E’vento di futuro, dott. Domenico Mallamaci.
Dissesto Comune Motta S. Giovanni, la nota di Mallamaci
“Martedì 2 aprile si è tenuta la riunione dei capigruppo consiliari per fissare la data del consiglio comunale che decreterà lo stato di dissesto del nostro Comune e che, per come concordato, si dovrebbe tenere il prossimo 10 aprile. A tale incontro ho rappresentato tutta la mia contrarietà all’azione politica della Maggioranza che invita alla discussione i gruppi di minoranza solo ed esclusivamente nel momento in cui riceve l’evitabile diffida a convocare il consiglio da parte della prefettura di Reggio Calabria. Da ottobre ad oggi, ulteriori 6 mesi persi, la Maggioranza non ha sentito il bisogno di confrontarsi né con i consiglieri comunali di minoranza; né con i cittadini e né hanno incontrato le realtà produttive del territorio per rappresentare quali saranno le difficoltà che ognuno dovrà affrontare”.
Dissesto Comune Motta, alcuni chiarimenti
“Ritengo doveroso, nella qualità di consigliere, dare qualche informazione di massima ai nostri concittadini che per diversi anni avranno a che fare con una situazione del tutto nuova. Il dissesto dell’Ente andrà ad incidere in misura diversa su tutti coloro che hanno avuto ed avranno rapporti con il Comune di Motta S. Giovanni.
Ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza al fine di evitare di cadere nella trappola degli inutili rimbalzi di accuse di responsabilità tra gli amministratori precedenti e l’attuale maggioranza.
Ai sensi dell’art. 244 del Testo Unico sull’ordinamento locale si ha dissesto finanziario quando un Ente non è più in grado di assolvere alle funzioni “ordinarie” ed ai servizi definiti indispensabili. E nei suoi confronti esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del riequilibrio di bilancio né con lo strumento straordinario del debito fuori bilancio”.
Continuità amministrativa
“Durante il dissesto è necessario garantire la continuità amministrativa. Pertanto nel momento in cui viene dichiarato, sindaco, giunta e consiglio restano in carica ma affiancati da una commissione designata dal Ministero degli Interni. Si crea di fatto una frattura tra l’amministrazione eletta dai cittadini e l’amministrazione controllata. Tutto ciò che concerne il “pregresso”(nel nostro caso al 31/12/2018) viene estrapolato dal bilancio comunale e trasferito alla gestione straordinaria. Permettendo così al Comune di ripartire libero dai debiti, ma libero anche dai crediti e, in tanti casi, dal suo patrimonio.
L’Ente deve provvedere al risanamento con l’adozione di provvedimenti eccezionali che producono effetti che riguardano, in particolare, la sua gestione ordinaria ed i creditori”.
Gestione ordinaria
“Per quanto riguarda la gestione ordinaria l’Ente dissestato è tenuto ad approvare un nuovo bilancio basato principalmente sull’elevazione, ai livelli massimi di legge, di tutte le tariffe relative ai tributi (imposte; tasse; oneri di urbanizzazione e canoni o diritti); e ai canoni patrimoniali, con il conseguente recupero della base imponibile in presenza di fenomeni di evasione. Dovrà attivare tutti i provvedimenti necessari per accelerare i tempi per le riscossioni e per l’eliminazione dell’evasione. E dovrà contribuire all’onere della liquidazione. In particolare con l’alienazione del patrimonio disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali”.
La rideterminazione
“Il Comune dovrà deliberare la rideterminazione della pianta organica qualora sia di numero superiore alle unità spettanti sulla base del rapporto dipendenti/popolazione della fascia demografica di appartenenza; secondo quanto previsto dalle norme. Tale rideterminazione dovrà ispirarsi a criteri di funzionalità ed efficienza nell’erogazione dei servizi; assicurando in modo prioritario quelli indispensabili.
Le conseguenze sui creditori riguardano i rapporti obbligatori rientranti nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione. E consistono nella cristallizzazione dei debiti, che non producono più interessi né sono soggetti a rivalutazione monetaria, nonché nell’estinzione delle procedure esecutive in corso; con conseguente inefficacia dei pignoramenti eventualmente eseguiti; e nell’impossibilità di intraprendere o proseguire azioni esecutive nei confronti dell’Ente. Al massimo saranno liquidati con abbattimenti del 40%”.
Dissesto Comune Motta S. Giovanni – conclusioni di Mallamaci
“Dalla data di deliberazione del dissesto l’Ente non può contrarre mutui salvo che non siano a totale carico dello Stato o delle regioni. In sintesi: si prospettano tempi duri. E a pagarne il prezzo saranno i cittadini; i lavoratori; e le aziende che costituiscono il tessuto economico finanziario del nostro paese.
Per quanto mi riguarda chiedo un sussulto di responsabilità da parte degli amministratori; dimostrate ai concittadini, che non hanno fatto nulla per creare tale situazione, di voler condividere i loro disagi rinunciando o almeno diminuendovi l’indennità di carica che state percependo. Sono curioso di capire dopo 2 anni di avvio dell’amministrazione Verduci quali misure saranno adottate nel prossimo bilancio riequilibrato; che dovrà essere approvato qualche tempo dopo la dichiarazione del dissesto, ai fini del risanamento dell’Ente. Dimostriamo tutti di aver meritato di rappresentare i cittadini. Come sempre, si tratta di fatti e non di “slogan roboanti”.
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