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La Provincia di Reggio Calabria è fermamente determinata a difendere l’autonomia scolastica dell’Istituto Euclide di Bova Marina, degli istituti di Montebello Jonico, Motta San Giovanni, Brancaleone, Africo nonché dell’Itc Ferraris/Da Empoli e dell’Istituto Superiore Boccioni/Fermi di Reggio Calabria.
Solo qualche mese addietro il Consiglio provinciale ha approvato il piano di dimensionamento scolastico interpretando nel modo migliore le proposte inoltrate dai Comuni e le esigenze del territorio.
Tuttavia, l’Ufficio Scolastico regionale della Calabria ha deciso di interpretare in senso restrittivo ed estremamente penalizzante l’art. 14, comma 16, del decreto legge n. 95. La scelta operata dall’Ufficio Scolastico, infatti, non consente, così come previsto in caso di riconoscimento della deroga per le aree geografiche caratterizzate da “specificità linguistiche”, di mantenere l’autonomia nelle scuole con meno di 600 alunni ma con più di 400.
Appresa la notizia del sottodimensionamento di ulteriori sei Istituti, fra la città di Reggio ed il basso-jonio reggino, la Provincia di Reggio, attraverso un’azione sinergica adottata dal Consigliere Provinciale Pierpaolo Zavettieri e dal Vicepresidente della Giunta Provinciale Giovanni Verduci, ha cercato un incontro con il Direttore Generale F. Mercurio che, calpestando ogni forma di garbo istituzionale, ha ritenuto di non dover ascoltare le istanze dell’Ente di via Foti.
L’insistenza dei molti amministratori locali interessati, che in questi giorni hanno sollecitato ogni forma di azione utile a restituire il diritto all’autonomia scolastica nei propri territori, ha indotto la Provincia ad esperire un ultimo tentativo di confronto con il Dirigente Vicario, Giuseppe Mirarchi, che si è dimostrato sensibile alla problematica e attento nel fornire ogni chiarimento alle molte perplessità emerse, anche chiamando in causa direttamente la Direzione Generale del Ministero per una valutazione conclusiva sulla possibilità di concedere la deroga per le Minoranze Linguistiche.
Purtroppo, l’interpretazione finale data dall’USR Calabria si basa sulla considerazione errata che il Greco di Calabria non “rappresenta una minoranza derivante da lingua straniera”. In altre parole, nessuna deroga.
Il chiaro intento del legislatore, con il decreto sulla “spending review”, era quello di escludere dal concetto di specificità linguistica i dialetti di regioni come Sardegna, Friuli e Piemonte che sono inseriti fra le minoranze pur non originando da una lingua straniera, non certo quello di ignorare la peculiarità linguistica del grecanico.
A tal proposito, convinti che il diritto della deroga citata sia reale, confortati dall’interpretazione della legge fatta da noti esperti in legislazione scolastica, la Giunta Provinciale, all’interno della quale si è già discusso sul tema, sta valutando concretamente la possibilità di promuovere ricorso al TAR al fine di ribaltare tale ingiusto provvedimento estremamente penalizzante per il territorio, per gli studenti reggini e per tutta la comunità.
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