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“E’ oramai prassi consolidata, da parte degli attuali dominus di Palazzo San Giorgio, la dotazione in proprio del lavoro altrui sostituito oggi da selfie e dichiarazioni vanagloriose che testimoniano soltanto 12 mesi di un’ amministrazione che ha prodotto un nulla assoluto e che certamente mai avrebbe acceso le luci sulle torri medievali del Castello senza l’azione fattiva e concreta dei dieci anni ispirati alla politica del “Fare”.
Lo leggiamo nel comunicato stampa a firma Renato Di Pietro – Movimento Politico DESTRA PER REGGIO a commento delle recenti dichiarazioni dell’Amministrazione comunale sulla riapertura al pubblico del Castello Aragonese.
“Sentiamo comunque forte la tensione e l’importanza di un traguardo raggiunto a favore del nostro territorio -continua Di Pietro- coronamento di un lavoro che, iniziato dal Sindaco Scopelliti con l’approvazione del progetto preliminare e di quello definitivo (delibere G.M. n. 434 del 01/7/2006 e n. 27 del 30/1/2008), ha dato l’avvio alla fase esecutiva ( delibera G.M. n. 144 del 16/4/2008) con l’impegno di 1.250.000 euro e la cantierizzazione dell’opera conclusa per l’impegno amministrativo della Giunta Arena che deliberò l’ atto di rimodulazione necessario per riavviare il cantiere verso la sua definitiva risoluzione ( delibera G.M. n. 156 del 8/8/2011)”.
Parla direttamente al giovane sindaco reggino Di Pietro, e lo fa con toni ironici:
“Caro sindaco, anche il signor Oliverio suo collega di partito e governatore antagonista in occasione dell’inaugurazione del nuovo complesso regionale ha riconosciuto l’impegno ed il merito di chi lo ha preceduto ma, si sa, l’onesta umana ed intellettuale è, in casa della sinistra, merce rara e prerogativa di pochi”.
Poi conclude: “Nel silenzio e nella compostezza del crepuscolo domenicale, anche noi abbiamo festeggiato il Castello Aragonese, questa opera ennesimo frutto della nostra dedizione Politica che si è illuminato a testimoniare, ancora una volta, come gli uomini possono essere combattuti e osteggiati ma il valore delle loro azioni e delle opere rimane, anche al di là di menzogne e falsità strumentali”.
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