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Dopo due anni di gestione commissariale si apprende della disponibilità nelle casse comunali di 31 milioni di euro, dato questo che, oltre all’elemento contabile, apre lo scenario per riflessioni su un contesto finanziario, rispetto al quale nessuno ha mai inteso celarne le difficoltà, ma le cui condizioni non giustificano il blocco totale delle attività ed un contesto cittadino stremato dai disservizi quotidiani e da un’economia asfittica.
Il dato contabile, importante per la sua entità, induce al legittimo chiedere se fosse necessario azzoppare la Città, esasperando la maldicenza sullo stato dei conti pubblici o, per contro, non sarebbe stato utile proseguire nelle azioni intraprese dall’ ultima Giunta in carica a palazzo San Giorgio che, proprio per la consapevolezza delle difficoltà economiche dell’Ente, si era attivata per dare respiro al sistema di finanza municipale.
La Giunta di centro Destra, infatti, aveva messo in campo misure di contenimento della spesa corrente, sia attraverso una incisiva attività di revisione dei contratti in essere, come quelli delle società di gestione delle acque ( Acque Reggine – Sorical ) laddove, pur mantenendo lo standard di servizio, si cocretizzavano risparmi per milioni di euro, sia con il ridimensionamento dei fitti trasferendo tutti gli uffici in locazione all’interno degli immobili di proprietà comunale; ancora e di notevole importanza, il recupero di milioni di euro derivanti da economie residue dei mutui già impegnati nelle opere pubbliche.
Ma è con la dismissione del patrimonio immobiliare, misura raccomandata dallo stesso Governo statale, e la ripresa delle procedure di definizione del condono edilizio che si era inteso attivare quel flusso di liquidità nelle casse comunali che avrebbe alimentato il rientro da uno stato deficitario, senza ricorrere esclusivamente a quell’ aggravio d imposte che, in questi due anni, ha acuito oltre ogni ragionevolezza lo stato di difficolta di migliaia di famiglie.
Tanto è stato volutamente sottaciuto, determinando quel clima di sfiducia diffusa che ha allontanato dall’ urna ben 50,000 reggini; una democrazia sofferente e penalizzata da una gestione commissariale, prima chiamata e poi contestata dal centro sinistra, troppe volte lontana dai cittadini e troppo spesso silenziosa rispetto alla informazione, in tante occasioni, parziale ed equivoca.
Oggi apprendiamo che le casse sono dotate di liquidità spendibile, milioni di euro che, se impegnati, avrebbero alleviato disagi e tensioni per centinaia di lavoratori in attesa di prospettiva, avrebbero evitato la degenerazione di un tessuto urbano maltrattato da una manutenzione inesistente ed il blocco di decine di cantieri in corso d’opera avanzata.
Uno scenario dunque contraddittorio e fumoso , che oggi, all’ esito di una tornata elettorale con migliaia di voti che non si trovano, attende di essere capito dalla Citta, dai reggini, sfibrati e delusi da dinamiche che pochi riescono a interpretare in maniera compiuta.
Nonostante Matteo Renzi, premier targato PD, abbia previsto ulteriori tagli per i Comuni per oltre 3,5 miliardi che appesantiranno ancora la sofferenza finanziaria causata in un decennio da analoghe dinamiche governative, la cassa della nuova Amministrazione ha già una prima dote, liquida e spendibile.
Auspichiamo e ci aspettiamo un cambiamento non di stagione ma di rotta, nel modo di intendere la Politica, non più legata a strategie denigratorie sulle spalle della Città ma che riconosca tutti i buoni presupposti di cui il nostro comune è dotato, continuando su quel patrimonio indiscusso che è la Citta Metropolitana voluta dalla Destra reggina e che si offre al futuro della nostra Comunità
Oggi che il Palazzo è vinto il Primo cittadino trovi il coraggio dell’ onesta intellettuale, questo si primo passo verso la riconciliazione e, per tutti, la possibilità di sentire Reggio come una Comunità e non un arena incattivita.
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