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«L’arrivo di otto nuovi magistrati tirocinanti al Tribunale di Vibo Valentia è un segnale importante, per cui il Movimento Cinque Stelle ha dato un contributo concreto».
Lo chiarisce la deputata tropeana Dalila Nesci (M5S), che racconta: «La grave carenza di organico era stata rappresentata dal presidente dello stesso Tribunale, Roberto Lucisano. Poi il Consiglio Superiore della Magistratura ha ricevuto anche una mia lettera, indirizzata al presidente Giorgio Napolitano e al vicepresidente Michele Vietti, con richiesta di provvedere subito».
Riferisce Nesci: «Al presidente Napolitano e al vicepresidente Vietti avevo messo nero su bianco che, con la mancanza di tanti magistrati, la paralisi del Palazzo di Giustizia era un dato di fatto e se ne sarebbe giovata la ‘ndrangheta, con grave danno per le persone in attesa del riconoscimento di diritti».
La deputata Cinque Stelle sottolinea: «Ero certa, e perciò lo avevo scritto al capo dello Stato e al vicepresidente del Csm, che sarebbero state presto attivate le misure più idonee, perché la Calabria non può più essere la frontiera dell’Italia o una terra di disparità, sopportazione, adattamento senza fine».
Precisa Nesci: «Il vertice del Csm ha risposto bene e presto, considerando a dovere pure la voce e le istanze del Movimento Cinque Stelle, che difende e presidia i territori». «Avevo scritto – continua la giovane parlamentare – che è giunta l’ora che il Mezzogiorno e la sua punta più estrema sentano e vedano lo Stato».
Nesci conclude: «Ringrazio gli attivisti di Vibo Valentia per la battaglia in favore del Tribunale, ma anche il collega Brunello Censore del Pd, che dal canto suo aveva interessato il ministro della Giustizia».
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