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Fa bene il Presidente del Consiglio Comunale Seby Vecchio a riproporre in modo serio e scrupoloso la necessità che Reggio Calabria Città Metroplitana sia divisa in almeno cinque municipi. – a dichiararlo il Consigliere Provinciale Demetrio Cara, Presidente I Commissione Assetto del Territorio – Già perché (anche se molti stentano ad ammetterlo!) già oggi si sente molto la mancanza delle Circoscrizioni, surrogate dai delegati nominati dal Sindaco Arena, che obtorto collo rappresentavano comunque una prima forma di contatto diretto tra l’amministrazione e la gente comune di fatto di fondamentale importanza. Dal punto di vista politico poi le Circoscrizioni rappresentavano il punto di partenza ideale per i tanti giovani desiderosi di impegnarsi e di affacciarsi alla politica intesa come servizio atto a soddisfare le esigenze della popolazione residente e, solo sulla base dell’esperienza maturata e dell’impegno profuso finire coll’essere premiati dal voto degli elettori (il che già rappresentava una gran bella differenza con quanti invece fanno politica poiché calati dall’alto!) ma questa è tutta un’altra storia…
Le difficoltà che si vivono già oggi a Reggio Calabria, soprattutto che interessano quanti risiedono nelle zone suburbane periferiche (leggasi crisi idrica zona Sud) sono impressionanti figuriamoci quanto la situazione peggiorerà – ribadisce Cara – allorquando lo scenario muterà espandendo di fatto ed allargando in modo esponenziale i confini della futura Reggio Calabria Città Metropolitana. L’aver previsto oggi un ritorno alle circoscrizioni anche se sotto forma di Municipi, come indicato dal Presidente Vecchio, in numero certamente ridotto ma con competenze maggiori, rappresenta, a mio parere, un passaggio obbligato.
D’altronde, prima o poi, si vorrà pure iniziare a pre – occuparsi seriamente del futuro di questa terra…
Provocazioni a parte – sottolinea Cara – la prevista costituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria rappresenta una conquista, un punto di partenza ma deve essere frutto della condivisione, come ama ribadire lo stesso Presidente Raffa. Reggio Calabria e la sua provincia grazie all’opportunità fornita dalla nuova architettura amministrativo – istituzionale hanno di fatti una opportunità storica davanti a sé, offrendosi ancora come “paesaggi in divenire”. Fino ad oggi la scelta è stata quella di pensare un territorio diviso in colonne (Alto Ionio, Basso Ionio, Centro, Basso Tirreno, Alto Tirreno).
Con l’intervento della Città Metropolitana, i confini naturali della città capoluogo Reggio Calabria si espanderanno naturalmente in prima battuta già fino alla Piana di Gioia Tauro ed al Basso Ionio reggino. Attraverso questo processo di espansione sarà, speriamo, finalmente possibile ripensare il territorio, speriamo questa volta in modo più coerente e logico, ovvero in senso longitudinale: litorale costiero, pianura urbanizzata, zona collinare e montagna.
Oltre a stabilire le regole del gioco, ovvero definire il sistema elettorale nonché i criteri per la futura composizione degli organi di governo della Città Metropolitana, a mio modesto parere, la classe dirigente di questo territorio provinciale ritengo sia chiamata ad uno sforzo qualitativo nel compiere le sue scelte.
Come più volte sottolineato anche dal Presidente Raffa, serve infatti una seria re – visione dei paesaggi di quella che sarà la futura area interessata dalla costituenda Città Metropolitana.
Un passo inevitabile sarà l’elaborazione di una strategia per la qualificazione dei paesaggi ordinari, al fine di superare le forme tradizionali di tutela grazie a nuovi strumenti di integrazione delle politiche e dei progetti di settore. In quest’ottica la partecipazione ai progetti europei Interreg si configura come una fertile opportunità di arricchimento nel confronto di approcci, metodologie e conoscenze diversificate nell’affrontare la sperimentazione territoriale dei contenuti della Convenzione tra comuni che deve stare alla base del processo di costituzione della città metropolitana.
Tra i temi del futuro – prosegue Demetrio Cara – ci sarà, ad esempio, sicuramente un importante ruolo rivestito dall’Agricoltura Urbana. Recenti studi in materia propongono la diffusione dell’agricoltura urbana come strumento di riqualificazione delle periferie, per il miglioramento della qualità paesaggistica dei luoghi urbani e della vita sociale nella città, A livello internazionale Vi sono peraltro già molti casi di successo che possono essere di esempio da cui mutuarne le buone pratiche adottate in tali sedi.
Altra linea di intervento possibile, in particolare considerata la natura e la posizione geografica del nostro territorio, è intimamente connessa alla definizione dei Nuovi paesaggi costieri. Anche in questo caso è necessario che nella fase di costituzione della Città Metropolitana si delineino percorsi di rigenerazione urbana e paesaggistica per le località costiere, densamente urbanizzate ed interessate dal turismo balneare di massa, mediante lo studio di piani, programmi e progetti, realizzati e in corso, sulle coste mediterranee ed europee.
La distribuzione fin da ora sul territorio dei punti di osservazione, assumendo i confini amministrativi provinciali quale primo elemento con il quale confrontarsi per restituire un’immagine il più possibile rappresentativa dei paesaggi esistenti, è il punto di partenza indispensabile. La configurazione geografica della provincia reggina, fondata sulla giustapposizione trasversale di sistemi strutturanti e la particolare suddivisione dei territori provinciali in direzione longitudinale, (anziché in colonne come accaduto fino ad oggi) renderà possibile ritrovare anche all’interno degli ambiti provinciali situazioni geografiche molto articolate. La provincia reggina si sviluppa da nord a sud comprendendo al proprio interno paesaggi costieri e marini, fluviali, di pianura, di collina e di montagna. Le letture trasversali, ultima fase del percorso qui proposto, renderebbero esplicita la scelta operata nell’individuare i punti di osservazione e in alcuni casi permetterebbero di riconoscere le diversità tra gli ambiti paesaggistici indagati. La forma di rappresentazione da ricavarsi per essere utilizzata dovrà essere quella della sequenza, successione di immagini ritenute significative per esprimere alcuni temi rappresentativi (sequenza di immagini in orizzontale) e le loro articolazioni nel territorio (suddivisione in colonne). Le letture ricostruiranno alcune sequenze geografiche. Il susseguirsi delle immagini restituisce l’articolazione dei temi considerati rilevanti per i principali sistemi geografici identificati in provincia ed in particolare per la costa, la pianura fluviale, la pianura urbanizzata, la collina e la montagna. Questa interpretazione possibile del territorio – conclude Demetrio Cara – pone, infatti, in relazione tra loro rispettivamente la pianura urbanizzata e la collina, ambiti caratterizzati da dinamiche di trasformazione simili, la pianura fluviale e la montagna, ambiti in cui l’elemento geografico assume un ruolo determinante per la configurazione paesaggistica. Una attenzione particolare, infine, dovrebbe essere posta sulle risorse identitarie storico – culturale e collettive diffuse e riconosciute su tutto il territorio.
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