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Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo la sentenza sul canone di depurazione il Giudice di Pace di Gallina (RC) si pronuncia favorevolmente anche sul danno esistenziale prodotto dal mancato smaltimento dei rifiuti, nonché dal cattivo funzionamento dei depuratori di Lazzaro.
Il Presidente dell’Associazione Nazionale di Ispirazione Cattolica per i Diritti di Cittadinanza (ANCADIC), avvocato Francesco Nucara, che rappresenta e tutela anche i diritti e gli interessi dello scrivente Comitato, ci ha comunicato che il Giudice di Pace di Gallina si è pronunciato definitivamente sulla prima causa civile promossa dal Responsabile del Comitato spontaneo Torrente Oliveto, Vincenzo Crea, concernente il risarcimento danni da “illecito ambientale” condannando il Comune di Motta San Giovanni, in persona del Sindaco pro – tempore e la Provincia di Reggio Calabria – in persona del Presidente pro-tempore a corrispondere al signor Vincenzo Crea la complessiva somma di euro 500,00, a titolo di risarcimento di tutti i danni non patrimoniali patiti – anno 2008. Oltre al tasso legale dalla domanda sino al soddisfo.
Non si mirava certo a questo, ma l’affermazione di un principio e il riconoscimento di un diritto, in relazione ai doveri degli amministratori pubblici, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente.
Sono state poste a carico dei precitati Enti, in solido tra loro, anche le spese e competenze del giudizio.
In sede dibattimentale è stato accertato che il servizio di raccolta dei rifiuti e depurazione delle acque non ha funzionato per come avrebbe dovuto, con evidenti conseguenze in termine di qualità della vita e con lesione di interessi e/o diritti costituzionalmente garantiti.
Questo Comitato e numerosi cittadini di Lazzaro hanno convenuto in giudizio i precitati Enti visto i notevoli disagi patiti da alcuni anni a causa del mancato smaltimento dei rifiuti lungo le vie adiacenti alle abitazioni, nonché del cattivo funzionamento del depuratore comunale posto a ridosso dell’argine sinistro del predetto Torrente, con conseguente inquinamento del tratto di mare antistante, causato dagli scarichi fognari che nell’inerzia delle amministrazioni interessate – ivi confluiscono, invadendo il greto del torrente Oliveto ed imputridendo la spiaggia.
E’ stato necessario intraprendere tale iniziativa tenuto conto che il Comune di Motta SG e l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, sebbene più volte invitati dall’ASL n.11 a provvedere, ciascuno per le proprie competenze, in modo tempestivo ed improcrastinabile a risolvere la situazione di grave degrado igienico ambientale nessuno dei due Enti poneva in essere alcun tipo di intervento di carattere amministrativo. Intanto aumentava giorno dopo giorno il degrado della qualità della vita sotto forma di sofferenza, anche psicologica, e derivante dal “ dover subire” fenomeni di inquinamento e dal conseguente timore di riportare gravi danni alla salute.
Dalla documentazione prodotta dall’istante Vincenzo Crea si dimostrava che tale situazione di degrado aveva alterato (e continua ad alterare) le abitudini di vita e gli assetti relazionali che gli sono propri, sconvolgendo la sua vita quotidiana e privandolo di occasioni per la espressione e la realizzazione della sua Personalità nel mondo esterno. Infatti nella succitata articolata sentenza si legge, tra l’altro, che il Signor Crea Vincenzo ha compiutamente dimostrato i fatti posti a sostegno della propria domanda e la fondatezza del diritto fatto valere in giudizio. E’ stata accertata una situazione che crea l’habitat naturale per il proliferare di ratti, veicolo di malattie contagiose, nonché i miasmi provenienti dai cumuli di spazzatura e gli scarichi fognari che appestano l’aria, rendendola irrespirabile.
Un tempo nell’aria si spandeva il gradevole profumo della salsedine misto al gelsomino, oggi invece giunge alle narici l’odore penetrante di fogna che ristagna nell’aria permeando di se ogni cosa.
Nella sentenza in questione, il giudice osserva e pone in risalto che le difese delle parti convenuti in giudizio, senza contestare in punto di fatto quanto affermato dal signor Vincenzo Crea, si sono limitate soltanto, in diritto, ad escludere la propria responsabilità attribuendola alla parte avversa, con argomentazioni che il Giudicante ritiene non poter condividere. La mancata contestazione, a fronte di un onere esplicitamente imposto dal dettato legislativo, rappresenta, in positivo di per sé, l’adozione di una linea difensiva incompatibile con la negazione del fatto. Quanto lamentato dal Sig. Crea, nei fatti, è incontestabile e la mancata confutazione degli stessi, sul piano processuale, rende provato in modo certo quanto asserito dallo stesso ricorrente.
Ad onor del vero non possiamo esimerci dal sottolineare che da anni il Sindaco, quindi l’intera Giunta comunale, ha cercato in tutti i modi di screditare lo scrivente comitato facendo passare i fatti segnalati, sebbene corredate da certificazioni, per una allucinazione collettiva. Definendo il responsabile del comitato un “rivoluzionario cittadino”, che si erge ad esperto tecnico, giuridico amministrativo. Paladino di una battaglia volta a difendere lo spazio in cui vive, zona torrente Oliveto di Lazzaro, affrancandolo, a dire del Sindaco, da danni di ogni genere perpetrati dall’amministrazione comunale e, comunque, da tutti i soggetti istituzionali e privati che in detta zona hanno la disgrazia di operare. Sfrutta sistematicamente qualunque iniziativa per parlare di torrente inquinato, di acqua inquinata, di depuratori che devastano il territorio, di devastazioni di ogni genere, attaccando con acredine e volgarità ossessiva, tenta di screditare l’azione dell’Amministrazione comunale e dello stesso Sindaco, attraverso note e comunicati che, di concreto non hanno nulla se non le solite liturgie e il solito astio verso una compagnia amministrativa sempre più impegnata a riparare guasti.
Più volte il Sindaco sin dall’inizio del suo insediamento ha affermato e continua ad affermare, senza mai fornire elementi di riscontro, che i depuratori funzionano, che le acque del mare sono eccellenti. Addirittura in una nota diretta al Signor Prefetto della Provincia di Reggio Calabria il Sindaco Ing. Paolo Laganà asserisce che il rappresentante del Comitato ha allegato artatamente una certificazione dell’ARPACAL ovvero la nota prot. 468 del 3.2.2009 che si riferiva, a dire del Sindaco, alla fase acuta degli eventi alluvionali che avevano devastato gran parte del sistema fognario cittadino e messo a dura prova i depuratori.
Ciò non è vero e non poteva essere vero. In realtà la nota in questione riguardava un accertamento disposto nel mese di ottobre 2008 dalla Regione Calabria, su segnalazione di questo Comitato, ed eseguito nel mese di dicembre, con la quale l’ARPACAL a seguito di due specifici prelievi di acqua di scarico medio compositi effettuati nelle 24 ore presso l’uscita degli impianti di depurazione comunali certificava il cattivo funzionamento dei depuratori dell’Oliveto e di San Vincenzo. E’ evidente che l’ufficio regionale richiedente non poteva prevedere due mesi prima il verificarsi di un evento alluvionale, ammesso che tale evento si fosse realmente verificato.
Nella suddetta nota, e ripetute volte anche attraverso gli Organi d’informazione il Sindaco ha asserito che l’azione diffamatoria posta in essere da questo Comitato frena l’azione amministrativa e si riservava di interessare le opportune sedi al fine di tutelare l’operato dell’Amministrazione comunale. Atteso che nella causa in trattazione il Comune di Motta SG era rappresentato e difeso dallo stesso Sindaco, quale migliore occasione per far valere le proprie ragioni di fronte al Giudice di Pace e tentare di dimostrare che i fatti sostenuti dallo scrivente comitato, più volte definito dal Primo cittadino “fantomatico”, non corrispondevano alla realtà.
Alla luce dei fatti dobbiamo dire che tanto fantomatico non è questo comitato se è riuscito a fare infliggere al Comune di Motta SG nella persona del Sindaco pro tempore due pesanti sentenze di condanna.
Certo, per chi non conosce la situazione di degrado in cui da tempo versa il paese di Lazzaro che in questi ultimi anni ha raggiunto rapidamente il vertice, leggendo le affermazioni del Sindaco, è facile convincersi di trovarsi di fronte a un fior fiore di amministrazione comunale ove tutto funziona alla perfezione, e se qualche volta ci si discosta dall’eccellenza lo si deve alle forze soprannaturali, contro le quali l’uomo è inerme. Ma i fatti dicono tutt’altro. Dicono anche che chiunque rivesta un ruolo Istituzionale non deve credere di poter dire quello che vuole anche perché dalle affermazioni non veritiere, potrebbe venir meno la fiducia dei cittadini negli Organi Istituzionali rappresentati.
Comitato Spontaneo “Torrente Oliveto” Rappresentato da Vincenzo Crea
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