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La Commissione Pari Opportunità di Villa San Giovanni partecipa a Tabularosa, il ricco programma di eventi declinati al femminile indetto da Strill.it che si svolgerà dal 24 al 29 marzo a Reggio Calabria al teatro Francesco Cilea e in una serie di luoghi collaterali. Per l’occasione la Commissione ha scelto di proporre una selezione delle opere fotografiche di Loredana Guinicelli, con una mostra dal titolo “Damnatio Memoriae” allestita, come in una galleria d’arte contemporanea, all’interno dell’H224 in via Demetrio Tripepi, 113 a Reggio Calabria.
Il talento femminile e la ricerca della femminilità si fondono nella fotografia di Loredana Guinicelli che così si descrive: “Fotografo per raccontare delle storie per le quali non ha mai trovato le parole. Ho iniziato a fare fotografia a 38 anni, quando la necessità era diventata ormai dolorosa. Così, da autodidatta, ha usato questa forma di comunicazione come terapia. Ogni scatto è una cura. Spesso sono modella e fotografa contemporaneamente fino al punto di fondermi con la macchina e perdere la cognizione del suo ruolo. Ha la necessità di concettualizzare l’immagine che diventa un racconto e non più un fotogramma”. “Di sicuro – dice si sé – non sono una fotografa, ma una sognatrice.
I miei scatti sono appunti di viaggi spesso mai compiuti ma solo desiderati”. Loredana Guinicelli è fortemente ispirata dal cinema e dalla musica, componenti fondamentali della sua formazione e i suoi scatti sono prevalentemente nel formato quadrato e in bianco e nero che tanto evocano le antiche foto in medio formato.
Vive la fotografia come una sorta di apnea “dalla quale, credo, di non voler prendere aria”. Così descrive la sua cifra stilistica la nota artista, gallerista e talent scout Angela Pellicanò: “Posture di recente memoria, le immagini della Guinicelli, celebrano l’incanto della perduta consapevolezza. Siamo davanti a scatti che destoricizzano l’immagine? Il contesto intimo, l’involucro protettivo domestico, piuttosto, parlano di una memoria che funge da imprimitura archetipica. Tolte le immagini sacre dal tempio non ne distruggi l’architettura. Qui si de-struttura la memoria pur mantenendone l’impianto narrativo. Come se cancellarne le tracce serva a trascriverne la storia scontornata.
Macchiarsi di colpe che debbano cadere nell’oblio rassicurante scaturisce in chi guarda e dunque in me, la curiosità della colpa stessa da ascriversi al girone dei curiosi e di quanti immaginano l’iconoclastia come una libertà. La cancellazione della memoria esaspera il gesto, divarica il sé intimo dall’io collettivo–stereotipo.
La Guinicelli provoca una reazione, blandisce con coraggio, spatina un femminino d’immediato impatto visivo scorazzandolo delle sue certezze e celebra una rubata memoria come nuova sindrome che dal disagio della prima ora passa all’adattamento simultaneo. Porsi dinanzi all’obiettivo partendo dalle estremità, restare fuori dal punto focale, dare la schiena a un filo di perle mobili, mascherarsi versando il tè, potrebbe indirizzare verso una logica formale ambigua di barocche memorie. La naturale conseguenza è il compromesso fra la logica e la sua perdita.
Condanna e condizione sono le duplici chiavi di lettura. Ci si arriva camminando molto, tornando indietro, sollevando la testa come quando si cerca negli affreschi del Tiepolo la prospettiva aerea”. La locuzione latina “damnatio memoriae” indica un tipo di condanna in uso in Roma e nelle società antiche consistente nell’eliminazione di tutte le memorie e i ricordi destinati ai posteri. Era una pena esemplare impartita ai nemici dello Stato e particolarmente odiati.
Cancellando il loro nome da ogni dipinto, stele, statua o documento, venivano cancellati dalla memoria comune e condannati alla vera morte che è l’oblio. La mostra, (l’ingresso è rigorosamente gratuito, come tutti gli eventi di Tabularosa) è aperta al pubblico da lunedì 26 a sabato 30 marzo. La Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Villa San Giovanni, Maria Grazia Richichi, ringrazia per la gentile collaborazione H224 per l’ospitalità, Consolato Alampi per la grafica, Roberta Meduri e Valeria Bellantoni per la direzione artistica, Dazzle per gli allestimenti, Raffaele Mortelliti e Giusva Branca, direttori di Strill.it e ideatori di Tabularosa, per la sinergica condivisione.
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