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“A quattro o a due zampe siamo tutti soggetti di diritti e non oggetto di tutele”. È così che le associazioni Dacci una zampa e Randagio io presentano la “marcia per la legalità e i diritti” in programma per domenica 8 marzo. “Abbiamo sempre detto che quella di Occupy canile non è una lotta animalista, ma una battaglia civile che vede schierati in prima linea cittadini coscienti e coerenti, che hanno voglia di partecipare alla vita e al tanto auspicato cambiamento di cui la città ha bisogno. Per questo domenica, nella giornata dedicata al ricordo della lotta per l’emancipazione femminile, abbiamo deciso di trasformare la nostra tradizionale passeggiata in una marcia per la legalità e i diritti insieme alla collettiva Autonomia e all’Arcigay”. Due realtà – commentano i volontari – che da sempre si sono battute per una città che si più rispettosa dei diritti, delle specificità e nelle necessità sociali e civili di ogni cittadino, e che per questo i volontari di Dacci una zampa e Randagio io sentono vicine. “Ci siamo sempre battuti perché in questa città i beni pubblici vengano restituiti alla comunità e utilizzati per il beneficio di tutti e non per il profitto di pochi, abbiamo sempre combattuto perché ognuno potesse portare il sassolino la propria esperienza accumulata alla causa della trasformazione di una città umiliata da amministrazioni, che secondo quanto ha svelato la magistratura hanno lavorato più per restare al potere che per il progresso comune”. Un dato che per gli attivisti ha una sua rappresentazione plastica nella vicenda del canile municipale di Mortara, una struttura finanziata con fondi pubblici struttura pubblica conclusa nel 2006, più volte inaugurata e la cui gestione per due volte è stata messa a bando – ma che legalmente non esiste. “Per il catasto – ricordano i volontari – lì sorge un agrumeto di proprietà del noto imprenditore Carlo Montesano, perché l’amministrazione Scopelliti – abbiamo appreso dalla stampa, per poi verificare carte alla mano – nonostante abbia pagato l’acquisizione non ha mai portato a termine la procedura. Dunque quel pezzetto di terra che si affaccia sulla superstrada, anche per l’Agenzia delle entrate, è ancora di Montesano. Eppure, in Comune, si è proceduto come se nulla fosse. Non solo per due volte è stata messa a bando la gestione del canile, ma nell’agosto di quest’anno è stata anche concessa una parziale agibilità in assenza di accatastamento”. Una vicenda che per i volontari grida vendetta e reclama legalità, giustizia, trasparenza. “ Prima come cittadini, quindi come animalisti, crediamo sia necessario fare chiarezza su questa vicenda paradigmatica degli anni che abbiamo vissuto e ascoltiamo con vero e proprio orrore civico chi punta il dito contro di noi, accusandoci di aver sottolineato l’ennesima stortura cittadina. Crediamo sia dovere sociale e civile di ogni cittadino supportar la gestione della cosa pubblica, non solo mettendo a disposizione competenze ed esperienze, ma anche denunciando storture e malversazioni. Anche per questo domenica saremo in piazza con chi da tempo chiede una Reggio più civile, più uguale, più giusta”.
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