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In questi giorni in cui le principali associazioni ambientaliste stanno spingendo i governi riuniti a Doha ad aumentare gli sforzi affinché decarbonizzino le proprie economie e scongiurino gli effetti più disastrosi dei cambiamenti climatici, anche a Reggio Calabria le stesse associazioni ribadiscono a una sola voce il proprio no alla centrale a carbone che dovrebbe sorgere a Saline Joniche e che, se costruita, vanificherebbe gli sforzi che l’Italia e l’Europa stanno tentando di fare (e far fare) per facilitare questa transizione.
Il caso Saline Joniche è emblematico della contraddizione italiana riguardo la lotta ai cambiamenti climatici: mentre in sede internazionale il nostro paese, assieme all’Europa, vuole imporre la propria leadership per guidare una seria decarbonizzazione dell’economia mondiale, in casa non è altrettanto severa e autorizza la costruzione di centrali carbone (Saline Joniche in primis, ma anche Porto Tolle, Vado Ligure, Fiume Santo e, probabilmente, anche Sulcis), calpestando, come se non bastasse, il volere della regione Calabria.
Di fronte a questo atteggiamento ci si ci chiede quale sia il vero governo italiano quando si discute di questi temi. Quello che chiacchiera fuori casa spendendosi nella lotta ai cambiamenti climatici o quello casalingo sporco di carbone che invece autorizza la costruzione di centrali super-inquinanti che, se realizzate, aumenterebbero le emissioni CO2 di oltre 25 milioni di tonnellate all’anno. Inoltre, ci si domanda quali siano gli orizzonti energetici del nostro paese in un momento cruciale come questo, in cui si sta discutendo una Strategia Energetica Nazionale che sembra voler puntare ancora sulle vecchie fonti fossili.
Si ragionerà di questi temi oggi a partire dalle 17 presso il Consiglio Regionale della Calabria. Parteciperanno:
– Nuccio Barillà, Segreteria Nazionale Legambiente
– Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Nazionale Legambiente
– Gaetano Benedetto, Direttore Politiche Ambientali WWF Italia
– Alessandro Giannì, Direttore Campagne Greenpeace Italia
– Danilo Selvaggi, Direttore Generale LIPU
– Panolo Catanoso, Coordinamento Associazioni Area Grecanica “No al Carbone”
– Cristina Ciccone, Segretaria Regionale Slow Food
– Ugo Sergi, Coordinamento Produttori Agricoli Area Grecanica
– Mariano Fortebuono, Provincia di Reggio Calabria
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Anche la 18° Conferenza delle Parti di Doha si è conclusa senza risultati. Evidentemente, dopo ben 18 anni di speculazioni sull’argomento, i Paesi si stanno rendendo conto dell’inconsistenza di queste demagogiche e strumentali teorie che hanno prodotto uno sperpero immane di risorse per inseguire l’illusione che ilo clima del pianeta possa essere modificato dall’uomo.
Nel frattempo, i veri problemi dell’umanità, primo fra tutti la denutrizione e la fame in cui permane una larga fetta dell’umanità, rimane irrisolto.
Ma è così difficile documentarsi ed osservare cosa succede nel mondo e come la stragrande maggioranza dei Paesi sviluppati producono l’elettricità a casa loro?
Molti altri nel frattempo cercano di risolvere il problema di assicurare l’energia che serve allo sviluppo ed al benessere, anche per quei 1,5 miliardi di nostri simili che ancora non possono disporre di quel fondamentale vettore che è l’elettricità.
Nel mondo sono in costruzione ed in programma ben 1.200 nuove centrali a Carbone ed in Calabria si cerca di contrastare la realizzazione di un modernissimo impianto che aiuterebbe a superare problemi cronici che permangono da decenni in quell’area. C’è qualcosa che davvero sfugge alla comprensione.