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Sono il futuro ma incarnano soprattutto il presente i giovani. Da questo assunto, “La città che vorrei”, è partito il secondo appuntamento col laboratorio di comunicazione sociale, uno degli strumenti educativi e di rilevanza socio-culturale sviluppato nelle attività del Cres (Centro ricreativo estivo) dell’Associazione onlus “Evelita”.
Il frutto delle esperienze maturate in queste settimane di lavori ha preso corpo e forma nella stesura nel primo numero de “Il Gazzettino delle emozioni”, confezionato dai ragazzi di “Evelita” e correlato, come dei veri giornalisti, anche dalle foto. Hanno raccontato del laboratorio di cucina e di quello di comunicazione sociale, delle uscite al mare, e dell’ospite della settimana, Anna, simpatica nonnina che ha condiviso coi ragazzi le sue esperienze di vita.
E sono i borghi natii, Cardeto, Cannavò, i luoghi della città preferiti dai ragazzi. Alcuni attratti dalle bellezze paesaggistiche della montagna, con l’area pulita, il verde incantato e il panorama mozzafiato. Altri invece attirati dal mare, soprattutto quello della provincia, dalla splendida Scilla fino alla solare Annà sulla costa ionica. C’è chi della città gradisce il meraviglioso clima dello Stretto e la vista che esso offre tutto l’anno. E chi invece ama i colori allegri delle vetrine e il via vai del corso Garibaldi, capace di fornire ottimi momenti di svago.
Per altri ancora un punto di forza sono le specialità culinarie locali ed i piatti tipici “che tutto il mondo ci invidia”. Le note dolenti cominciano quando ai ragazzi viene chiesto che cosa non amano della città. La prima stonatura è certamente la presenza dei rifiuti sulle strade e la sporcizia e dei casi in cui, malamente, i cittadini cercano di farsi giustizia da soli, dando fuoco alla spazzatura e che rischiano di aggravare la situazione creando un vero danno all’ambiente. A seguire la politica che non si interessa dei problemi della popolazione. Detestabile anche la malavita organizzata e i responsabili di atti vandalici. C’è chi ricorda la piaga dell’abbandono degli animali che, d’estate, subisce una tragica impennata con tante bestioline lasciate morire sulle strade. Soprattutto il grande rammarico è rappresentato, per gran parte dei giovani ospiti del Cres, dalla mancanza di spazi in cui potersi esprimere, mancanza di luoghi in cui crescere, relazionarsi e persino fare sport.
Per cambiare il presente, i giovani concordano sul fatto che si debba agire in prima persona, ciascuno nel proprio piccolo e dai gesti di ogni giorno come fanno quotidianamente i loro educatori e volontari dell’Associazione che gli ricordano sempre con il cuore e con la mente che “s’impara ciò che si vede e da ciò che è bisogna andare oltre”.
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