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Il Coordinamento Provinciale del Terzo Settore di Reggio Calabria guarda con grande preoccupazione al futuro delle politiche sociali e dei servizi socio-assistemziali e socio-sanitari della Regione Calabria, con particolare riferimento a quelli rivolti alle fasce di popolazione in stato di disagio ed emarginazione, cui da sempre si rivolge l’impegno delle organizzazioni no profit.
Il bilancio preventivo che verrà portato all’approvazione del Consiglio Regionale il prossimo 20 dicembre di fatto determina un ulteriore arretramento dei diritti dei più fragili e dei più deboli, proprio quando la grave crisi e le enormi difficoltà economica di larghe fasce della popolazione calabrese, dovrebbero indurre ad un maggiore sforzo nelle politiche di welfare.
Il già insufficiente fondo per le politiche sociali (che lo scorso anno non superava i 20 milioni) è stato ulteriormente tagliato di Euro 5.000.000,00 (esattamente 1/4!) con il concreto rischio che servizi in essere, già ben al si sotto dei livelli essenziali, non potranno essere più garantiti. Se anche è vero che vi è stato un brusco ridimensionamento dei trasferimenti statali in materia, l’ente regionale deve comunque imporsi uno sforzo di razionalizzazione delle spese eliminando o riducendo quelle non prioritarie o che possono utilizzare altri tipi di finanziamento.
Inoltre la recente approvazione della legge regionale sulla non autosufficienza che lo scorso 2 dicembre ha visto l’assenso unanime dei consiglieri regionali su una normativa che ha introdotto un riordino complessivo e sistematico della materia, non sembra trovare alcuno spazio nelle previsioni economiche regionali. Sia in sede di commissione consiliare sia in sede assembleare con l’intervento dell’assessore al ramo , è stato manifestato l’impegno di prevedere un fondo ad hoc per l’annualità 2012 finalizzato a rendere operativa la legge. Si scopre, però, che manca qualsiasi indicazione finanziaria nel bilancio di previsione con il rischio concreto che ci si trovi di fronte ad una legge “manifesto”.
Infine sono stati previsti appena 15.000.000,00 di euro per il pagamento delle rette sociosanitarie (parte a carico sociale per strutture per anziani e disabili) che le varie organizzazioni di riferimento ritengono insufficienti in quanto la copertura necessaria è pari a 40.000.000,00 di euro.
Appare evidente che di fronte ad una tale negazione di diritti, a farne le spese, come sempre, saranno i più poveri che si vedranno privare anche di quei servizi minimi di cui, sino ad oggi, sono riusciti a fruire.
Se non vi sarà una netta inversione di tendenza in sede Consiliare il prossimo 20 dicembre, non saranno a rischio solo alcune esperienze di servizio, ma l’intero sistema di welfare regionale.
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