Coordinamento Provinciale Terzo Settore sui bandi contro le povertà della Regione Calabria

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Desta sconcerto e preoccupazione  la notizia della pubblicazione  da parte della Regione Calabria di alcuni bandi finalizzati alla concessione di contributi economici a persone e famiglie povere, di ticket per l’acquisto di beni primari per l’infanzia, di interventi a favore di associazioni familiari e di mense per persone disagiate.

Pur valutando positivamente l’intenzione della Giunta Regionale di volere attivare azioni di contrasto alla povertà, questo Coordinamento esprime dissenso sia sui contenuti, che sulle modalità che caratterizzano il provvedimento.

Un atto deliberativo completamente sganciato da qualsiasi progettualità ex ante, che ricalca schemi  assistenzialistici che si pensava ormai superati, che punta a combattere la povertà con trasferimenti monetari una-tantum  e non con servizi continuativi che favoriscano l’autonomia delle persone che  sentono quotidianamente sulla propria pelle i morsi della povertà.

Ma l’aspetto più grave è che ancora una volta la regione Calabria, da Ente che dovrebbe svolgere una funzione di programmazione e di controllo, diventa Ente erogatore diretto di prestazioni economiche  ai cittadini, espropriando i Comuni di quella che è una loro funzione  insostituibile conferitagli dalla leggi nazionali e regionali. Invece di accelerare l’azione di decentramento delle competenze sulle politiche sociali, con un’adeguata azione di coordinamento, di stimolare e facilitare la predisposizione dei piani di zona, si sceglie di rinviare sine die questo processo che vede ormai in Italia solo la Regione Calabria completamente assente.

Anche i contenuti e le  modalità dei bandi suscitano perplessità. Oltre  a concedere contributi a pioggia senza una valutazione del bisogno ed un minimo progetto sulla famiglia, utilizzando l’indicatore ISEE che tra l’altro come esperienza insegna spesso non è attendibile rispetto alla rilevazione reale del reddito, i provvedimenti dei bandi si pongono come obiettivo il permanere delle persone bisogno e non autosufficiente nelle proprie abitazioni, con risorse totalmente insufficienti, e richiedendo requisiti che difficilmente hanno o possono avere gli enti del Terzo Settore e della Chiesa che da sempre si occupano dei poveri e ne conoscono i reali bisogni. Del resto sono questi gli errori che si commettono quando non vi è a monte un’adeguata concertazione con gli attori territoriali.  Persino la valutazione sull’effettivo bisogno delle persone destinatarie degli interventi verrò fatta senza chiedere nulla  ai Comuni di residenza ed agli operatori sociali dei territori che hanno i contatti con l’utenza.

Tutto ciò appare ancora più assurdo se si considera che la regione Calabria, dopo essersi dotata di una legge sulla non autosufficienza, ha scelto di non finanziarla adeguatamente segnando, con ogni probabilità, l’imminente fine di tanti servizi storici.

Non crediamo che sia questo il modo per combattere la povertà, e considerando che questo è forse l’unico intervento previsto contro le povertà, il quadro è davvero preoccupante.

Il coordinamento si augura che questi siano gli ultimi bandi che non vedano alla base un percorso partecipato, sussidiario e progettuale. In tal senso chiede con forza alla Giunta Regionale che sia rilanciato il percorso di attuazione delle legge nazionale 328, della legge regionale 23 e del piano sociale regionale e quindi  che si avviino in tutta la Regione i piani di zona, con la doverosa attenzione a garantire i  servizi essenziali evitando che le progettualità locali diventino un’ulteriore dispersione delle già insufficienti risorse.

Per aiutare e condividere con la Giunta Regionale questo percorso, evitando sprechi e dispersione di risorse, considerando il particolare momento di difficoltà economica che il Paese, ed in particolare la Calabria, sta vivendo, si propone di costituire presso l’Assessorato regionale alle politiche sociali, un Tavolo Regionale di confronto tra Regione e forze sociali che preveda partecipazione di rappresentanti dell’ANCI, dell’UPI, delle ASP, della Chiesa, dei sindacati, del terzo settore e del volontariato.

Un Tavolo permanente che potrebbe affiancare la Regione con proposte, assunzione d’impegni, al fine di  contribuire a costruire un modello nuovo di Welfare moderno e partecipato  per la Calabria.

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Author: Cristina

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