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Il progetto della città (in)differente presentato il 25 aprile a Reggio ha dichiarato la sua ambizione di diventare punto di riferimento per “la città dei cittadini”, anche possibile proposta in vista delle amministrative, qualora fosse maturata un’unica e coesa “terza via” di patto civico. Quest’ultima condizione non si è realizzata. Quindi di seguito alcune riflessioni che hanno motivato la mia scelta, che spero vadano oltre la contingenza e siano condivise.
Una città capace di cambiamento, di “svolte”, di “altra Reggio”, di “Reggio in movimento”, di “patti civici” eccetera eccetera, ammessa la buona intenzione degli slogan e delle ricette, dovrebbe essere una città proiettata in un dibattito serio, trasparente ed informato che valorizza i ruoli delle politiche e delle competenze, dell’agorà, in “una visione di città” che è altro dalla formulazione di programmi più o meno originali.
E questa città per farlo, sa che l’orizzonte delle decisioni tecniche e politiche per amministrare la sua crisi non può essere affidato solo a professionisti, appassionati e conoscenti chiamati alla sfida elettorale partecipando nelle liste o nel sostegno ai candidati; parimenti, i luoghi della partecipazione, per città proiettate nel futuro, non si realizzano negli incontri e negli appelli dove si chiamano e si incontrano i cittadini a proporre, sotto una guida di particolare sensibilità civica. Si tratta di tattiche consumate per strategie di città vecchie, per partiti in crisi, per le aggregazioni civiche.
Intanto l’esplosione delle candidature dentro e fuori gli schieramenti, in una città che ha moltissime difficoltà rischia di produrre l’ennesimo equivoco che coinvolge i cittadini senza proporre una politica responsabile ed alta. Come in un paradosso, fare il sindaco a Reggio, fare il consigliere comunale, in una tale condizione non certo normale, diventa “assai normale”, assai possibile per chiunque. Si tratta di strategie di città vecchie che hanno già perso in passato. La domanda di Reggio non è uguale a quella di ieri, né dell’altro ieri, è una domanda disperata di oggi per domani.
Invece si propone l’effetto “cocoon” (la vasca che rigenera e ringiovanisce), con la riproposizione di attori di vecchie storie, di salti della quaglia, che hanno già avuto ruolo nei fallimenti accumulati da Reggio.
Non vorrei che il perpetuare “dell’uomo solo al comando”, serva a nascondere i bisogni nuovi della città rinunciando a informarla “su quale gambe e con chi” camminerà perché i cittadini possano scegliere consapevolmente. Trovo tutto questo preoccupante.
Peraltro le iniziative messe in campo denunciano fin dalla scelta dei luoghi, degli interlocutori, e dei modi insieme ai temi discussi l’incapacità di proporre e costruire un progetto di respiro culturale e politico capace di fare uscire la città da una visione che talvolta sembra accettare la sua marginalità.
Per la città, io personalmente ho un grande desiderio di impegno, dignità e libertà, ciò che ha caratterizzato il mio profilo umano e professionale, prima ancora che la mia storia politica. Credo non bastino le declamazioni a buon mercato di generosità civica e responsabilità personale. E’ il momento di realizzare percorsi di giustizia sociale correndo il rischio di vivere Reggio da protagonisti.
Per questo HO SCELTO DI NON CANDIDARMI A SINDACO. E’ inquietante la corsa alle candidature in un contesto in cui servirebbe una rete robusta costruita attorno ai bisogni e alle competenze della città. Per costruire una visione occorrono nuovi contesti e pensieri laterali, che in questa città faticano ad emergere nonostante il loro urgente bisogno.
Il mio non è un ritiro né una resa, ma un segno positivo di rottura per incoraggiare una partecipazione corale che possa liberarsi da una vicenda che ha mortificato la città.
Ringrazio singoli e gruppi organizzati che si sono detti pronti a sostenermi con il progetto della città (in)differente che con le scelte che abbiamo concordato intendiamo rilanciare e potenziare arricchendone la credibilità. Continueremo a impegnarci, insieme ad altri, con passione, competenza, efficacia senza svendere l’azione che è in campo.
Il tempo dell’elaborazione è stato identico a quello dell’azione, la formulazione della proposta politica e civica per la Reggio differente è stato identico al tempo dell’azione per mostrare un nuovo umanesimo capace di un nuovo urbanesimo. Valga l’esempio del progetto ReActionCity, un’azione permanente.
Ci prepariamo ad una importante iniziativa sulla città di Reggio Calabria, per i cittadini, tra proposta ed azione che si svolgerà nei giorni precedenti le elezioni amministrative.
Metteremo a disposizione della città e degli interlocutori sensibili esposti in questa sfida per la città la nostra visione, la nostra azione e le nostre competenze pronti a confrontarci con chiunque sia impegnato e interessato a dare spazio alle competenze sulle politiche del territorio e della cultura, sull’amministrazione condivisa. Lo faremo con la determinazione e la cocciutaggine di chi non rinuncerà mai a lavorare per una Reggio differente.
*Progetto della città (in)differente.
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