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Lavori sul Corso Garibaldi, un altro stop. Questa volta ad essere intenzionate sono le basole riutilizzabili, non c’è intesa sul numero e il responsabile del procedimento ha deciso di bloccare l’arrivo dei posatori di pietra, già individuati dalle ditte appaltatrici e che proprio oggi dovevano iniziare i lavori. Un nuovo veto posto dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici che blocca il cantiere lato Museo per riaprire quello dell’area centrale, dove già sono stati fatti parte dei marciapiedi.
«Un altro stop ai danni dei commercianti che mette a repentaglio la vita di intere famiglie» – ha affermato il Presidente della Confcommercio reggina, Giovanni Santoro che ieri mattina, insieme al Direttore provinciale Marisa Lanucara, ha incontrato l’Assessore comunale alla Pubblica Sicurezza e Legalità Giovanni Muraca, il Capo Gabinetto del Sindaco Giampaolo Puglia e l’architetto Marcello Cammara per avere chiarimenti sui lavori infiniti di Corso Garibaldi. Confermato il blocco dei lavori da parte della Soprintendenza, si va verso un nuovo capitolo sull’interminabile odissea dei lavori della principale arteria cittadina, da oltre due anni interessata da inferriate e cantieri.
«Ancora una volta in maniera del tutto arbitraria, e presuntuosa, si bloccano i lavori di un tratto che mette in ginocchio numerose aziende e famiglie. Non intendiamo stare a guardare per mesi agli ennesimi capricci burocratici basati sul nulla. Siamo pronti – ha aggiunto Santoro – a far sentire il nostro disappunto sulla situazione, siamo pronti ad impedire l’accesso al Museo Nazionale della Magna Grecia e l’accesso al Castello Aragonese, siamo stanchi delle prese in giro fatte da persone che su poltrone dorate prendono decisioni per noi. Confidiamo, basati sulla correttezza dei rapporti, una rapida soluzione sull’annosa vicenda da parte dell’amministrazione comunale con un’immediata soluzione. Il Museo che è il nostro biglietto da visita non può essere mortificato con delle reti metalliche che impediscono l’accesso al salotto della nostra città».
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