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di Francesco Iriti
La comunità di Condofuri Marina è stata travolta da una vicenda che, in seguito ai molti arresti eseguiti dalle forze dell’ordine, “gettano nello sconforto un’intera comunità fatta, per la stragrande maggioranza, da persone oneste e laboriose che nulla hanno a che fare con tutto ciò”.
E’ dura la presa di posizione del direttivo del Circolo PD “Pio La Torre” di Condofuri in merito agli arresti nell’ambito delle operazioni “Konta Korion” e “Parola D’Onore”.
Una situazione allarmante che porta con se anche ulteriori risvolti a livello politico-amministrativo. “Tali vicende rendono ancor più grave la situazione politico-amministrativa del nostro Comune, – ha aggiunto il Circolo Pd condofuriese – già preoccupante dopo l’insediamento della Commissione d’accesso prefettizia, avvenuto circa tre mesi fa. Tutte queste vicissitudini portano il nostro partito a valutare il contesto politico locale, nel quale si è cercato, si cerca e si cercherà di operare sempre per il meglio, assolutamente impraticabile per chi fa del principio della democrazia partecipata – continua la nota – e dei valori di legalità e giustizia sociale, cardini imprescindibili per una sana ed efficiente amministrazione della cosa pubblica”.
Il comune di Condofuri vive adesso una situazione d’empasse e le nubi all’orizzonte rischiano di essere molto dense. “Pertanto, in attesa delle conclusioni alle quali giungerà la Commissione d’accesso e di quelle cui giungeranno gli organi giudiziari preposti al termine delle indagini in corso, – aggiunte il direttivo del Circolo del Pd di Condofuri – noi riteniamo opportuno che il Sindaco, nostro tesserato nel frattempo autosospesosi dal partito, estraneo alle inchieste penali in corso, si dimetta.” Nelle due inchieste condotte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri, si rivendicano accuse molto gravi a stretto contatto con la vita politica comunale. Infatti, tra gli arrestati figura anche un assessore, Filippo Rodà. La richiesta da parte del circolo locale del Pd delle dimissioni del sindaco Antonino Caccamo sono dettate dal fatto che “oggi è evidente la mancanza delle condizioni minime per poter amministrare il nostro Comune in piena trasparenza – concludono gli esponenti del Partito Democratico – e senza condizionamenti criminali ed aprendo così una fase di commissariamento dell’Ente, ormai assolutamente necessaria e non più rinviabile”.
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