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Concluse con successo le “Mottiadi” di Motta S. Giovanni (Reggio Calabria). Di seguito il commento da parte del consigliere di minoranza, Mimmo Mallamaci.
Le Mottiadi, un grande successo
Avevamo visto giusto – dice Mallamaci – quando accogliemmo in modo positivo l’iniziativa delle Mottiadi promossa dal Parroco don Gianni Gullì e supportata da diverse Associazioni.
A conclusione delle stesse, possiamo dire che sono state una grande intuizione che ha messo in luce caratteristiche sopite della nostra comunità. Dopo giorni di fervidi preparativi nelle sei contrade, si è creato un ricco programma di incontri e competizioni di varia natura che hanno animato la vita del nostro paese per cinque giorni.
Un tripudio di colori e di luci
Occorrerebbe forse uno studioso di psicologia sociale – continua Mallamaci – per capire quali meccanismi possano essere scattati nelle menti di centinaia di persone di ogni età che si sono, giorno e notte, impegnate in uno sforzo creativo che ha trasformato la fisionomia delle contrade. Non solo una materiale ripulitura di cortili, viuzze, facciate; ma anche la valorizzazione di angoli scorci ruderi del paese mai notati, rivisitati e addobbati secondo le esigenze e i colori delle varie contrade. Un tripudio di colori e di luci che, visti i risultati finali, ha rivelato innanzitutto una popolazione ricca di talenti: pittori; poeti; ballerini; musicisti; registi e costumisti capaci di lavorare in gruppo per un obiettivo comune.
Il lavoro di squadra
In una società che propone modelli interpersonali improntati alla diffidenza e all’aggressività ha fatto tanto piacere vedere solo gente impegnata in un entusiastico lavoro di squadra. Tutti desiderosi e convinti di vincere ma anche consapevoli che il divertimento di queste iniziative risiede innanzitutto nella loro preparazione e nell’assoluto rispetto dei contendenti. È così è successo che vicini di casa di cui conoscevi appena il nome, li hai, a un certo punto, sentiti amici e tali resteranno nel tempo. Dalle cantine e dai ripostigli oggetti abbandonati arrugginiti e impolverati hanno riacquistato una nuova dimensione di vita: con l’aiuto di un po’ di vernice o di una semplice pulitura bici, carriole, ferraglie, brocche; o anche copertoni sedie botti otri hanno fatto di Motta un museo etnologico a cielo aperto.
Cosa resterà di queste Mottiadi secondo Mallamaci?
Certamente un nuovo senso di appartenenza alla comunità; un metodo di lavoro che ha avuto nei referenti di contrada un perfetto coordinamento; insomma il superamento di rivalità ed egoismi per fare spettacolo di una comunità vitale che, come già detto, ti fa sentire orgoglioso di essere “Mottisciano”.
La contrada dello Zafferano ha vinto e custodirà il palio. Ma tutto il paese di Motta ha vinto e farà tesoro di quanto di bello è accaduto in questi giorni per arrivare alla competizione del prossimo anno con ancora più determinazione; per affermare che insieme è bello e che nulla è impossibile.
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